La notte tra sabato e domenica a Marsala ha avuto il sapore amaro di una resa. Non solo per l’incendio doloso ad una pescheria dell’Antico Mercato – un gesto vile e criminale indubbiamente – ma anche per una lunga serie di episodi che tracciano il ritratto di una città che scivola sempre più verso il disordine, se non proprio verso l’anarchia. In via Cammareri Scurti, l’ennesima rissa. In zona Porticella, auto danneggiate con arroganza e impunità. E poi i conflitti con posteggiatori abusivi, con cittadini esasperati che devono discutere anche solo per parcheggiare. Tutto documentato, raccontato, condiviso sui social. Ma niente che cambi. Il sindaco si affretta a dire che “Marsala è una comunità sana”. Certamente lo è, ma non è questo il punto. Perché nessuno mette in discussione l’onestà della stragrande maggioranza dei cittadini. Il problema è che la città è abbandonata a sé stessa, e chi dovrebbe garantire ordine pubblico preferisce parlare di “percezione”, come se il problema fosse nella testa della gente e non per strada, sotto gli occhi di tutti.
Quello che è accaduto sabato notte non è un caso isolato. È un sabato come tanti, con un misero posto di blocco e tre – sì, tre – uomini in divisa che non riescono a fermare una rissa. Non è solo un fallimento operativo. È il segno evidente che le istituzioni hanno perso il controllo del territorio. E non ci si venga a parlare di “telecamere”. Ce lo domandiamo da tempo: funzionano davvero? Se sì, allora perché non si identificano mai i responsabili, né di atti vandalici, né di chi scorrazzava indisturbato con monopattini e bici nei vicoli, sfidando regole e senso civico? Giorni fa scrivevamo che a Marsala regna l’anarchia. Non ci sbagliavamo. Ed è inutile fare finta che vada tutto bene. Basta sminuire, basta scaricare la colpa sulla stampa che “amplifica”, quando i fatti parlano chiaro e la città chiede risposte concrete. Servono presidi, controlli, un piano di sicurezza degno di questo nome. Servono azioni. Marsala merita di più. I suoi cittadini onesti meritano di poter camminare per strada senza paura, di poter aprire un’attività senza temere ritorsioni, di poter parcheggiare senza essere ricattati. E chi amministra ha il dovere – non l’opzione – di difendere la legalità, ogni giorno, in ogni angolo della città. Anche il sabato notte.