Gaspare Giacalone su governo Draghi: “non sono particolarmente affezionato alle formule di tecnici al governo”

redazione

Gaspare Giacalone su governo Draghi: “non sono particolarmente affezionato alle formule di tecnici al governo”

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sabato 13 Febbraio 2021 - 13:06

Sulla composizione del governo Draghi si registra un intervento del sindaco di Petrosino nella sua qualità di componente della direzione nazionale del Partito Democratico.

Ci piacciono i ministri del Governo Draghi? Non tutti e non a tutti. E non va tutto bene Madame la Marchesa, non nascondiamocelo. Ma andiamo con ordine. Cominciamo con il dire che i nomi li ha scelti proprio Draghi e, come ha confermato Salvini e non solo lui, senza confrontarsi con i leader dei partiti. E le sue scelte dimostrano una vera e propria autodifesa rispetto a una maggioranza così variegata. Ha fatto tattica e usato il cencelli arrivando a spartire perfino rispetto alle forze interne più forti dentro ai partiti.

Per alcuni partiti sono stati messi i nomi pesanti ai dicasteri più importanti (vedasi il PD e LEU), altri partiti sono stati ammorbiditi con nomi di seconda fila nei ministeri più leggeri (vedasi Lega e Italia Viva) e questo lascia intendere la voglia di sedare le esuberanze dei 2 Matteo.

Caso a parte per Forza Italia dove, ricordiamocelo, negli anni sono stati tolti di mezzo parecchi pregiudicati. Quindi ha dovuto pescare dentro quello che ne rimane. Volendo proprio vedere il bicchiere mezzo pieno diciamo che Brunetta, Carfagna e Gelmini hanno già esperienza di Ministro e non hanno precedenti penali che per Forza Italia è già una bella cosa.

Ma io il bicchiere mezzo pieno non riesco a vederlo, ve lo dico. Altra trave nell’occhio di questo governo è la presenza ridotta a lumicino del sud. Non è roba di poco conto. Lasciatemi anche dire che mettere la Carfagna al posto di Peppe Provenzano pare un eresia, ben lontani dai nomi di alto profilo che si diceva.

Infine, ma decisamente non meno importante, la presenza femminile davvero esigua. Queste cose vanno dette a voce alta, senza timori perché proprio questo deve essere ora il ruolo dei partiti, specialmente quelli di sinistra.

Sia chiaro a Draghi e sia chiaro a tutti che non esistono cambiali firmate in bianco. Poi però cerchiamo di andare alla sostanza delle cose: i nomi contano, ma contano di più i programmi e le cose che si faranno. Dovrei anche dire che c’è poi una nutrita pattuglia di tecnici altamente capaci ed esperti. Ma io non sono particolarmente affezionato alle formule di tecnici al governo. Quanto a noi cittadini osservatori, rendiamoci conto che non potevamo mai aspettarci una composizione del Governo capace di entusiasmarci al 100%. Questo non è un governo di coalizione dove si procede per affinità elettive. È un governo del “tutti dentro” e tutti non si piacciono mai a vicenda. Facciamocene una ragione. Vale semmai che ora dovremmo stare con gli occhi apertissimi su ogni provvedimento. E vale quello che vi avevo detto già qualche giorno fa: Draghi si è reso conto che non avrà vita facile con forze avversarie che tireranno in direzioni opposte e contrarie. A noi tenere la barra ferma!

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