Da Berlinguer a Renzi, parla Francesca Incandela: “Italia Viva è il partito del rinnovamento”

Tiziana Sferruggia

Da Berlinguer a Renzi, parla Francesca Incandela: “Italia Viva è il partito del rinnovamento”

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giovedì 20 Febbraio 2020 - 06:30

E’ scrittrice ed insegnante e da poco anche coordinatrice provinciale di Italia Viva. Periodo d’oro ma anche di grande responsabilità (come lei stessa ammette) per la mazarese Francesca Incandela che sente sulle spalle tutto l’impegno per la nuova nomina che la vuole in prima linea nel radicamento del partito coniato da Matteo Renzi su tutto il territorio provinciale. Da donna di sinistra ed ammiratrice di Enrico Berlinguer a sostenitrice di Matteo Renzi, ecco tutti i passaggi politici di una ex militante che non ha dimenticato la sua storia.

Francesca Incandela, lei è stata nominata coordinatrice provinciale di Italia Viva. Si è spesso autodefinita una renziana della prima ora. Cosa le piace di Matteo Renzi?

La mia è una nomina temporanea di questa prima fase. Non appena il partito si strutturerà e ci saranno le elezioni interne, si vedrà a chi andranno le cariche. Sì, è vero, sono una renziana di ferro. Lo seguo fin dall’inizio della sua carriera politica, fin da quando era un giovane sindaco di Firenze. Mi piaceva questo suo modo molto determinato, decisionista, anche se, talvolta, potrebbe sembrare arrogante in certi approcci.

Le piace anche per questo?

Beh, pensando ad una certa classe politica italiana ancora abbarbicata a degli schemi troppo stantii, ho cominciato a seguirlo. Quando allora lui sfidò il vecchio segretario del PD, (Bersani nel 2012, ndr) io votai per lui senza esitazione. Bersani, D’Alema, sono lì da 40 anni e non vogliono abbandonare la loro visione politica.

Lei è d’accordo dunque con il “Renzi rottamatore”, ovvero largo ai giovani e via i vecchi?

Essere giovani non è sinonimo di qualità né capacità di sapere amministrare, governare e dirigere un partito. Penso che uno degli errori di Matteo Renzi fu quello di parlare troppo apertamente di rottamazione suscitando le ire della vecchia nomenclatura. Ho però apprezzato che lui, fin dal primo governo, si è circondato di volti nuovi e soprattutto di donne.

Al nome di Renzi però ne sono associati altri meno gratificanti, penso all’evocativa Banca Etruria ad esempio.

Devo ammettere che in quel caso la mia fede un po’ ha vacillato ma in questo caso, essendo io una persona garantista, e non soltanto per Renzi, attendo le sentenze definitive e non mi pronuncio in merito.

Quindi ha continuato a credere in lui?

Sì, sempre. Credo nelle sue parole e nel tempo ho cercato di ritrovare la fiducia.

Lei è una donna di sinistra, di quella sinistra storica che ha segnato immagino anche la sua crescita intellettuale. Ora appoggia l’Italia Viva di Renzi. Secondo lei, questo partito, è una costola staccata e moderata del PD o qualcosa di completamente diverso?

Vede, io seguo molto un sistema ideologico. Io vengo dal vecchio partito comunista il quale, anche un po’ col paraocchi, e adesso che sono più adulta me ne rendo conto, era considerato da noi militanti, integerrimo.

Ora non lo considera più così?

Poi ho scoperto che in politica esiste anche la finanza ed esistono anche le alleanze economiche. Appartenere al partito comunista mi ha segnata ma, dopo la morte di Berlinguer, è stato come se si fosse aperto uno spartiacque tra quello che c’era prima e quello che si è innescato dopo. E io, questo partito, dopo, non l’ho più seguito pur continuando a votarlo ma senza la passione di un tempo.

Però Renzi si definisce un liberista e un moderato e pare che abbia molto poco in comune con il citato Berlinguer. Somiglia più a Berlusconi, non crede?

Lei mi sta suggerendo quel vecchio detto “moriremo democristiani”?

Forse volevo arrivare proprio lì, Incandela.

In tutti questi anni in cui la sinistra ha fatto puntello, da stampella, da governo ombra con lo stesso Massimo D’Alema, dove sono stati i veri cambiamenti? Dove sono state quelle riforme necessarie per la classe operaia, per i lavoratori, per il popolo, insomma?

Dunque la sinistra, da tempo, non fa più la sinistra?

Italia Viva è un partito nuovo perché parla di innovazione e l’Italia non può restare indietro rispetto all’Europa. Penso alle innovazioni digitali, alle rivoluzioni ambientaliste dove siamo ancora molto indietro. Quindi l’apertura verso un marketing che ci possa rendere più competitivi a me fa piacere nell’ambito del lavoro purchè non si calpestino i diritti di tutti.

Sta pensando ai diritti dei lavoratori acquisiti anche grazie alla vecchia sinistra?

Sì, anche se sono diritti acquisiti mezzo secolo fa. I tempi sono cambiati. Io parlo con gente che ha pensioni da 400 euro al mese ed è troppo poco. Questo significa essere immersi in un clima atavico e che in realtà la classe operaia non ha fatto alcun passo avanti. La media e piccola industria e l’artigianato stanno scomparendo.

Non le sembra inevitabile questo cambiamento? Tutto o quasi viene prodotto in Cina. Cosa può fare Italia Viva per impedire questo trend?

Non sarei così pessimista. In questi giorni ho partecipato ad un convegno della CNA dove sono stati presentati dei dati positivi per quanto riguarda il mercato europeo. L ‘Italia esporta molto in Europa. Italia Viva si sta per questo aprendo molto ai Movimenti europeisti. Semmai il problema è come affrontare il lavoro ed il commercio della piccola industria che è la spina dorsale del nostro Paese, con metodi nuovi. Per esempio, al Sud, non abbiamo una classe imprenditoriale e quei pochi imprenditori che ci sono adottano una politica economica molto vecchia.

In che senso?

Ad esempio non hanno il coraggio di investire, di rischiare.

Italia Viva dunque propone di svecchiare i sistemi consolidati e poco produttivi?

Sì, per non parlare della nostra ultima battaglia contro il giustizialismo.

A questo proposito non posso non chiederle cosa pensa dell’altro nostro illustre concittadino, il ministro Alfonso Bonafede.

Pur essendo mazarese, non conosco il ministro personalmente. Tra l’altro, nel 2009, sfidò anche Matteo Renzi a Firenze che invece vinse e divenne sindaco. Bonafede prese pochissimi voti. La scelta di Bonafede sulla prescrizione (dopo il primo grado di giudizio si abolisce la prescrizione, ndr) si identifica con tutto il Movimento Cinquestelle. Chiunque fosse stato messo lì alle ultime consultazioni, sarebbe stato eletto. Poi, per quanto riguarda le sue capacità di ministro, io dico che avrebbe dovuto fare un po’ di esperienza prima di rivestire un simile ruolo. Fior di costituzionalisti hanno bocciato i suoi decreti, quindi un motivo ci sarà.

Cosa può dirci della diatriba fra Rossana Titone e Caterina Loria? Le due donne, esponenti locali del partito di Renzi sono ai ferri corti. La Loria avrebbe querelato la Titone accusata di “aver leso la sua libertà di espressione e movimento”. Cosa pensa lei di questa lite proprio in questa fase?

Italia Viva è un partito inclusivo che tende ad aggregare ma in cui si devono rispettare le regole. Nel momento in cui qualcuno non le rispetta, è chiaro che siamo costretti a chiedere di accomodarsi fuori. Ma ripeto che noi non chiudiamo le porte a nessuno. Credo che le liti in questa fase propositiva, di colloqui, non facciano bene al partito. Ha fatto bene, comunque, Rossana Titone a dire che spetta ai due nuovi coordinatori provinciali, io e Giacomo Scala, “traghettare il partito Italia Viva nelle varie fasi iniziali”.

Lei ha partecipato a vari incontri con Renzi. Ci parli di cosa è stato deciso per l’ampliamento del partito.

L’agenda che Renzi ha dettato proprio durante l’Assemblea nazionale era di lavorare proprio sui territori cercando di aprire almeno 100 sedi in tutta Italia. Senza tralasciare l’economia green con la piantumazione di alberi che faremo a marzo. Ci saranno le giornate dedicate alla donna, alla parità di genere e la nostra intenzione è quella di far venire qua anche la ministra Bonetti che sta lavorando bene sulle politiche sociali. Discuteremo anche dell’imminente referendum oltre ad incontrare la gente per spiegare il piano del partito.

Delle sardine cosa pensa?

Io ho guardato con simpatia l’inizio delle sardine però, un movimento che si presenta con un vero e proprio programma e che vorrebbe sostituire il Movimento Cinquestelle dell’inizio, mi spaventa.

Perché?

Perché abbiamo visto fin dall’inizio i danni economici, sociali e politici provocati dal Movimento Pentastellato. Non vorrei che si trattasse della ripetizione di “populismo giovanile”.

Non le piacciono insomma.

Trovo positivo che i giovani parlino di politica, scendano in piazza e si riuniscano con spirito di gruppo. Però pare adesso che stia emergendo una certa posizione politica e allora io dico: siate più chiari ed onesti e dite da che parte state”.

Però Italia Viva ha partecipato ai vari incontri con le sardine in piazza.

Sì, abbiamo in comune alcune cose. Siamo antisalviniani e contro i decreti sicurezza. Secondo me parlare va bene ma servono i fatti.

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