Assolto “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di aver violato il Daspo

Chiara Putaggio

Assolto “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di aver violato il Daspo

Condividi su:

martedì 22 Luglio 2014 - 18:54

Un marsalese era stato raggiunto dal provvedimento nel dicembre 2011

Era accusato di aver violato le prescrizioni imposte dal Daspo, il giudice lo assolve “perché il fatto non sussiste”. Si è concluso così il processo a carico di Antonino Catalano, assistito dall’avvocato Edoardo Alagna. Nel dicembre 2011 il marsalese è stato raggiunto dal daspo, una misura prevista dalla legge italiana che impedisce di accedere alle manifestazioni sportive. Nel dettaglio la prescrizione imponeva che Catalano si recasse in commissariato due volte nei giorni in cui si disputano partite di calcio. Il divieto impone a chi ne è destinatario, anche di trovarsi nel perimetro circostante gli stadi. Secondo l’accusa Catalano avrebbe violato le prescrizioni il 18 marzo del 2012, giorno in cui si è tenuta in città la partita tra le squadre di Marsala e Messina. Nello stesso giorno l’imputato avrebbe partecipato ad una rissa tra tifosi. Il difensore, Edoardo Alagna, davanti al giudice monocratico Vivona, ha chiesto l’assoluzione del suo assistito in quanto il Daspo in questione, a suo dire, sarebbe nullo ed inefficace: “Il 31 agosto 2012 il mio assistito è stato colpito da un altro daspo per via di un disguido nella comunicazione del primo”.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta