Da alcuni giorni gli approfondimenti di alcune testate nazionali hanno consentito di apprendere che una circolare del Dipartimento Affari Penali, che quattro giorni dopo la pubblicazione del decreto Cura Italia, chiedeva a tutti i penitenziari italiani di stilare una lista di detenuti over 70 o affetti da gravi patologie e mandarle “con solerzia all’autorità giudiziaria, per eventuali determinazioni di competenza”. Tra i frutti di tale indirizzo vi è anche la scarcerazione del boss Francesco Bonura, detenuto in regime di 41 bis, considerato tra i fedelissimi di Bernardo Provenzano, in questi giorni trasferito ai domiciliari per motivi di salute. Una vicenda che sta scatenando un ampio dibattito mediatico e politico.
Sul tema interviene il presidente della
Commissione Regionale Antimafia Claudio Fava: “Se i Tribunali
di sorveglianza ritengono che un capomafia ultrasettantenne abbia
patologie non compatibili con la detenzione e non sia più
pericoloso, nessuna obiezione alla concessione dei
domiciliari. Ma
non prendiamo a pretesto il Covid, per favore! Ad epidemia in fase
discendente e trovandosi in condizioni di necessario isolamento al 41
bis, sarebbe ipocrita giustificare le
scarcerazioni con i rischi
legati al corona virus.”
Fava sottolinea a riguardo che un
lasciapassare di questo genere “sarebbe offensivo per le
migliaia di anziani morti per le condizioni di promiscuità sociale e
sanitaria in cui si sono trovati.”
“Se volete scarcerare
Bagarella e Santapaola – conclude Fava – fatelo assumendovi la
responsabilità di trovare una valida e legittima giustificazione.
Che non può essere, a quattro mesi dall’inizio della
pandemia, il
rischio del contagio, mentre migliaia di detenuti in attesa di
giudizio o con pene lievi restano esposti, loro si, al rischio
contagio nelle fatiscenti carceri italiane”.