In aumento ansia, stress e attacchi di panico. A colloquio con lo psichiatra Michele Gandolfo

Tiziana Sferruggia

In aumento ansia, stress e attacchi di panico. A colloquio con lo psichiatra Michele Gandolfo

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lunedì 23 Marzo 2020 - 17:42

La voce del megafono urla per strada e scandisce un perentorio “Restate a casa”. Il giovane vicino ascolta la musica ad un volume troppo alto, un altro canta al balcone, stridulo, disarmonico. I bambini si rincorrono nel corridoio e non vogliono saperne di star fermi. Scene di ordinaria quotidianità al tempo del coronavirus, costretti come siamo a stare in casa, in piccoli spazi, senza alcuna valvola di sfogo e con il sistema nervoso messo a dura prova dalle restrizioni. Siamo bombardati da notizie allarmanti, costantemente catapultati nell’amara incertezza, e la speranza, così come anche il più coraggioso ottimismo, vacillano. Da questa emergenza non ne usciremo uguali a prima. Questa ci appare come l’unica certezza ed ipotizzare un aumento delle nevrosi non è azzardato. Ne abbiamo parlato con lo psichiatra Michele Gandolfo.

Dottore Gandolfo, lei opera nell’ambulatorio di psichiatria al San Biagio di Marsala, come stanno reagendo i malati psichici in questo particolare momento di emergenza e di stress?

Stanno reagendo bene i pazienti psichiatrici. Abbiamo avuto in verità pochissime emergenze per quanto riguarda gli psicotici. Stiamo facendo un lavoro massiccio domiciliare e colloqui telefonici per evitare, per quanto possibile, l’insorgere di emergenze psichiatriche

 In questo momento particolare come li aiutate?

Michele gandolfo
Michele Gandolfo

Stanno a casa e noi continuiamo a seguirli. Chi è in terapia farmacologica, continua a farla. Se ci sono emergenze, ovviamente andiamo ma se si tratta di trattamenti ordinari, cerchiamo di limitarli. Tenga presente che un TSO, un trattamento sanitario obbligatorio, determina il coinvolgimento di medici, infermieri, forze dell’ordine.

Le restrizioni domiciliari di questo periodo, insomma non hanno esacerbato le condizioni psichiche dei suoi pazienti

Esattamente, anzi fra loro c’è una reazione opposta a quella dei cosiddetti “normali”. Infatti la situazione per quest’ultimi e per le nevrosi che stanno sviluppando, è proprio diversa.

Quindi lei in questo momento ha più a che fare con le nevrosi sviluppate dal conflitto fra individuo ed ambiente che con i pazienti cronici

Sì. In questo particolare momento il cosiddetto “normale” può andare incontro a problematiche di natura nevrotica come attacchi di panico, sindromi ansiose, disturbi ossessivi compulsivi. Io credo che nell’immediata post epidemia ci potrà essere un reliquato patologie di questo tipo.

Quali persone sono particolarmente a rischio?

Dico che bisognerebbe studiare la personalità di ogni soggetto. Ci sono persone più predisposte di altre ad andare in crisi rispetto ad altre. Ognuno può sviluppare agorafobia, claustrofobia, paura del volo. Si possono sviluppare patologie non conclamate ma che erano latenti.

Cosa consiglia a chi si sente particolarmente stressato e teme di sviluppare una nevrosi?

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