Allerta massima nelle basi Nato in Italia dopo l’attacco statunitense in Iran della notte scorsa. Da Aviano a Sigonella, in Sicilia l’attenzione è massima e sono stati rafforzati i dispositivi messi in campo per garantire la sicurezza dei militari. Con l’attacco a sorpresa lanciato da Donald Trump nella notte di domenica 22 giugno, sale il livello di allerta anche in Italia. È stato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ad annunciare l’innalzamento al massimo livello di attenzione nelle basi militari statunitensi presenti sul territorio italiano, per timore di possibili ritorsioni annunciate da Teheran.
La base di Sigonella
Situata nei pressi di Catania, Sigonella è una base mista, sotto comando italiano ma utilizzata estensivamente da Marina e Aeronautica statunitensi. È soprannominata “la portaerei del Mediterraneo” per la sua centralità nelle missioni USA in Nord Africa, Medio Oriente e Sahel. Vi operano anche droni “MQ-9 Reaper” e velivoli da sorveglianza come gli “EP-3”. È un nodo strategico per la guerra elettronica e per il comando Africom, responsabile delle operazioni statunitensi nel continente africano. Sigonella fu anche teatro, nel 1985, di una crisi diplomatica tra Italia e Stati Uniti dopo il dirottamento della nave Achille Lauro da parte di un commando palestinese. Allora, il premier italiano Bettino Craxi si oppose alle richieste di estradizione degli USA, causando frizioni con il presidente Ronald Reagan.
La guerra in Libia e la chiusura dello scalo di Birgi
L’aeroporto di Trapani è stato chiuso al traffico civile a causa della guerra in Libia, per consentire operazioni militari. In particolare, nel 2011, il “Vincenzo Florio fu chiuso” per permettere l’utilizzo della pista al 37° Stormo dell’Aeronautica Militare, con conseguenze negative per il turismo locale per anni e anni. Oggi l’allarme getta nel panico Istituzioni e società civile.