“Una Riserva in ostaggio: trasparenza negata e il rischio degrado per la Funtanazza di Alcamo”

redazione

“Una Riserva in ostaggio: trasparenza negata e il rischio degrado per la Funtanazza di Alcamo”

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martedì 15 Aprile 2025 - 05:40

L’Assemblea del Muschio Ribelle denuncia la grave occasione persa dalla comunità locale e dalle istituzioni di affrontare in modo franco e condiviso il futuro de La Funtanazza e della Riserva Naturale Bosco d’Alcamo. L’ex ostello, bene pubblico di valore ambientale e sociale, era stato liberato e riattivato dall’Assemblea a fine luglio 2024, dopo anni di abbandono, attraverso un’esperienza autogestita, partecipata e orientata alla tutela ambientale e alla creazione di uno spazio inclusivo. L’obiettivo degli attivisti era trasformare La Funtanazza in un presidio permanente contro gli incendi boschivi e in un punto di coordinamento per le numerose realtà siciliane che, in maniera autonoma, da anni si impegnano nella salvaguardia del territorio. Tuttavia, invece di sostenere tale progetto, le istituzioni hanno scelto la via dello sgombero forzato, avvenuto il 9 ottobre 2024 con un ingente dispiegamento di forze dell’ordine, e la conseguente muratura dell’edificio da parte del Libero Consorzio Comunale di Trapani.

Il giorno successivo, il sindaco Domenico Surdi, pur criticando pubblicamente la chiusura dell’immobile, aveva promesso un confronto istituzionale per affrontare la situazione. L’assemblea del Muschio Ribelle, accogliendo tale invito, ha richiesto formalmente un incontro attraverso email, messaggi e protocolli ufficiali, senza però ricevere alcuna risposta fino ad aprile 2025. “Desta preoccupazione l’iter per l’affidamento della gestione del bene – affermano gli attivisti -, soprattutto alla luce del ruolo strategico dell’ex ostello nella difesa del patrimonio naturale e della sua recente rinascita grazie all’attivismo civico”. L’esperienza del Muschio Ribelle ha dimostrato efficacia: in pochi mesi, La Funtanazza è tornata viva, aperta alla comunità e attiva nella prevenzione incendi. Grazie al lavoro volontario di decine di giovani, anche provenienti da tutta Europa, è stato istituito un gruppo di guardianìa ambientale che, con il supporto di realtà locali e di esperti del territorio, ha presidiato le aree a rischio incendi durante l’estate 2024. I risultati sono stati evidenti: per la prima volta dal 2019, nessun incendio ha colpito l’area del Monte Bonifato e della Riserva.

L’iniziativa ha ottenuto anche riconoscimenti accademici

L’iniziativa del Muschio sarà presentata alla conferenza internazionale IASC 2025 negli Stati Uniti. Inoltre, numerosi eventi culturali e incontri, come la proiezione del documentario TerraNera – Voci dalle Fiamme o la partecipazione al primo raduno della rete anti-incendio siciliana a novembre 2024, hanno rafforzato il valore comunitario e ambientale dell’esperienza. Tutto ciò avviene in un contesto in cui la gestione della Riserva da parte del Libero Consorzio Comunale di Trapani è da anni criticata dagli attivisti e non solo: già nel 2007 il Consiglio regionale per la protezione del patrimonio naturale ne proponeva la revoca. Tra le gravi inadempienze segnalate: assenza di un piano per la zona “A”, mancanza di un direttore titolare e del Consiglio Provinciale Scientifico da oltre 15 anni, e nessuna attività selvicolturale o promozione della fruizione della Riserva. La copertura boschiva, intanto, è diminuita di oltre il 50% a causa degli incendi dolosi.

Le richieste e le proposte

Alla luce di tutto ciò, l’Assemblea chiede al Comune di Alcamo di:

  1. Subentrare come ente gestore de La Funtanazza, vista l’incapacità dimostrata dal Libero Consorzio.
  2. Introdurre un regolamento per l’uso civico dei beni comuni, sul modello dei Comuni di Napoli e Palermo.
  3. Affidare la gestione dell’ex ostello all’Assemblea del Muschio Ribelle, che ha dimostrato di saper tutelare e valorizzare il bene in maniera partecipata, sostenibile e inclusiva.

L’Assemblea sottolinea che la difesa dell’ambiente, sancita come valore costituzionale assoluto dalla modifica dell’art. 9 della Costituzione dell’11 febbraio 2022, dovrebbe guidare ogni scelta amministrativa. Continuare a lasciare La Funtanazza chiusa, o peggio ancora consegnarla a interessi privati o criminali, sarebbe una grave responsabilità storica e morale. Infine, gli attivisti rinnovano la disponibilità a dialogare con il Comune di Alcamo, anche in assenza del Libero Consorzio, nella speranza che prevalga il buon senso, il rispetto per il territorio e per il lavoro svolto, e che si apra finalmente una fase di confronto costruttivo e trasparente.

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