In ricordo di mio padre, Emanuele Muratore

redazione

In ricordo di mio padre, Emanuele Muratore

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sabato 17 Settembre 2022 - 10:00

Roberta, una lettrice, ci invia una lettera in ricordo del padre, scomparso lo scorso 17 settembre 2021.

“Mio padre Emanuele Muratore è nato a Palermo il 14 gennaio 1959. Già nel 1979 ha iniziato a lavorare nel settore degli ascensori per una nota multinazionale con sede a Bologna: la Sabiem. Un lavoro quello dell’”ascensorista” che ha portato avanti con passione e dedizione per tutta la vita. Fu proprio a causa del suo lavoro che nel 1984 si trasferì definitivamente a Marsala assieme alla sua altra ragione di vita: la professoressa di musica Daniela Miliccia. Dal loro amore nel 1985 nasce Serena e poi nel 1989, io Roberta. Sempre a Marsala, nel 2008, dopo tanti sacrifici, riesce a coronare un altro sogno e a fondare la Roseda Ascensori. Roseda, nome di fantasia che racchiude le iniziali di Roberta, Serena, Daniela, le “sue tre donne”, cosi ci chiamava…

Nel giro di pochi anni riesce ad avviare un consistente parco impianti su tutta la provincia di Trapani. A Marsala, Trapani, Mazara, Santa Ninfa, Salemi, Castelvetrano costruisce non solo rapporti di fiducia professionali con i suoi clienti, bensì rapporti di amicizia e lealtà.

In tutti questi anni ha esercitato il suo lavoro cercando di andare incontro a tutte quelle che erano le necessità e le esigenze dei suoi clienti.

Emanuele Muratore

Non ho mai lavorato con mio padre e nonostante sapessi quanto fosse un padre incredibilmente eccezionale, ho conosciuto molto di più della sua persona solo dopo la sua assenza improvvisa.

Ho avuto modo di conoscere tutte le persone che gli sono state vicine nel suo lavoro, nella sua quotidianità. Ciascuno di loro ha avuto sempre una parola di riguardo e ammirazione nei suoi confronti: “una persona umile”. Questo è stato l’aggettivo che mi è stato ripetuto più volte per descrivere mio padre.

Una persona speciale, divertente, comprensiva, buona dentro… forse è per questo che durante quest’anno mi sono ritrovata io stessa a consolare persone a me sconosciute, perché addolorate e sconsolate alla notizia che mio padre non ci fosse più.

In un momento particolare, proprio durante il periodo in cui lui è venuto a mancare, le persone che gli volevano bene mi hanno dimostrato lo stesso affetto e lo stesso rispetto che portavano a lui, supportandomi e aiutandomi. Ringrazio soprattutto Franco Sala e Alessandro Messina che si sono dimostrati dei veri amici.

Papà sarà sicuramente grato di tutto l’aiuto e il supporto che ci avete dato.

Da buon Capricorno papà era una persona testarda, determinata a portare avanti ogni suo obiettivo.

In un modo o nell’ altro, le sue tre donne, la sua vera ROSEDA, ha sempre cercato, ognuno a modo suo, di motivarlo e di incoraggiarlo nei momenti di sconforto. Spesso appariva severo e forse troppo pretenzioso sul lavoro che svolgeva. E solo dopo aver vissuto sulla mia pelle tutto ciò che sono state le sue mansioni lavorative e giornaliere, ho capito che in questo settore sono davvero poche le persone che esercitano questo lavoro con passione e precisione e soprattutto con professionalità. Ecco, papà era uno di questi, forse uno dei pochi che credeva davvero nell’importanza del lavoro che svolgeva.

La sua professionalità era accompagnata da tanta dolcezza e umiltà forse nascoste dalle grandi responsabilità che comporta il mestiere dell’ “ascensorista”. Con entusiasmo era diventato promotore del Consorzio per l’Italia, un combattente in questo periodo di crisi.

Papà, da buon palermitano non mancava certo di simpatia. Fuori casa ogni suo discorso era sempre accompagnato da una battuta simpatica e divertente e a casa ogni parola pronunciata era solo l’incipit di una canzone e ogni nostro discorso finiva con un medley dei Pooh, di Baglioni, di Battisti o di De Gregori…amava così tanto la musica.

Quando facevamo delle foto i suoi occhi verdi si riempivano di lacrime, si emozionava sempre, si commuoveva… i sorrisi iniziali terminavano con baci e smorfie per distogliere lo sguardo dalla fotocamera.

E poi… amava il mare e i tramonti della Spagnola… faceva lunghe passeggiate con mia madre e non smetteva di programmare i suoi viaggi per raggiungere noi figlie, in Calabria e in Veneto. Non c’era giorno in cui lui non ci mandava un messaggino dove salutava i suoi amati nipotini, Gabriele, Amelia e Daniele. Era un nonno unico e meraviglioso, davvero speciale, così come padre e marito premuroso ed esemplare. Durante il giorno, quando passava dal Lungomare Boeo, ci ricordava che angolo di Paradiso fosse Marsala, con le sue bellezze naturali, i fenicotteri e quei colori caldi dei tramonti arancioni in cui il sole sprofondava in quel mare blu che lui amava tanto.

Due rocche era il suo posto preferito dove amava andare a fare un bagno al tramonto dopo una dura giornata di lavoro..

Quando mi trovo a Marsala vado spesso lì e parlo con lui. Gli dico che mi manca da morire, che avrei voluto dirgli qualcosa che forse lui sapeva già…che gli volevo bene, che lo amavo tantissimo. Abbiamo sempre avuto un rapporto speciale a casa. Certo non eravamo mica la famiglia della Mulino Bianco ma siamo stati sempre una famiglia unita, sincera, spontanea e pronta ad affrontare tutto insieme.

Io e mia sorella abbiamo avuto la fortuna di avere due genitori presenti, che hanno basato la loro vita sul valore stesso della famiglia, sul bene dei figli e anche quello dei nipoti. Loro ci hanno insegnato a lottare, a inseguire i nostri sogni, a trovare la forza proprio grazie all’amore della famiglia, ad andare avanti e fare tanti sacrifici. Ci hanno insegnato quanto sia importante rispettare le scelte altrui anche quando non sono condivise.

Ancor più fortunate a essere state accompagnate da nostro padre all’altare, il giorno del nostro matrimonio; fortunate di aver condiviso con lui la gioia più grande di questa vita: i nostri figli, i suoi nipoti che lo adoravano tantissimo. Per loro era Nonno Lele. E forse l’unicità di questo rapporto ci ha dato l’unica cosa che conta in questa vita: la condivisione di momenti felici, che oggi ci donano ricordi autentici, unici e speciali.

La sua assenza così violenta ed improvvisa è dura da accettare e lo è ancora da realizzare. Il dolore è ancora troppo vivo in noi…, so che lui ci guida in qualche modo e che ci fa andare avanti proprio come lui ha fatto con noi quando quattro anni fa nell’arco di pochi mesi, ha perso entrambi i genitori. Ecco, in questi ultimi anni mio padre non ci ha fatto mai mancare un sorriso, un abbraccio quando ne avevamo bisogno, una e più parole di supporto quando eravamo scoraggiate da questa vita così difficile.

Così come lui ha fatto con noi, noi dobbiamo provare a fare lo stesso per i nostri figli, per la nostra famiglia, per nostra madre.

Attraverso il modo in cui ci ha lasciati, così improvvisamente e senza preavviso quel maledetto 17 Settembre, papà ci ha dato una grande lezione di vita: che, come cantava Baglioni, “LA VITA è ADESSO”; che nonostante i dolori che la vita ci riserva, ci offre allo stesso modo ogni giorno la possibilità di viverla questa vita e di gioire delle piccole cose che ci offre: i sorrisi innocenti dei nostri figli, i sacrifici trasformati in mete, il termine di un percorso di laurea, un posto di lavoro ottenuto o la realizzazione di progetti familiari che hanno visto ahimè la luce solo dopo che lui è venuto a mancare. Tutto ciò tenendo sempre a mente la sua massima preferita: “Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità”. Sarebbe così orgoglioso.

Mi manchi papino… ci manchi tanto. Proteggi mamma e le nostre famiglie e i nostri figli.

È gia passato un anno ma noi non facciamo altro che pensarti e di tenerti stretto al nostro cuore.. per sempre

La tua Robertina

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