Il messaggio del neo Vescovo di Mazara Giurdanella: “In me profonda gratitudine”

redazione

Il messaggio del neo Vescovo di Mazara Giurdanella: “In me profonda gratitudine”

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venerdì 29 Luglio 2022 - 16:13

Il nuovo Vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo, Angelo Giurdanella, appena insediatosi, ha pronunciato il suo primo messaggio alla guida della Curia diocesana:

“Carissimi sorelle e fratelli, tutti: laiche e laici, religiose e religiosi, diaconi e presbiteri, seminaristi, non posso nascondere il sussulto del cuore e lo stupore per il ministero che oggi mi viene affidato, per me impensabile e mai desiderato e cercato.

Anzi, debbo confidarvi l’agitarsi in me di sentimenti tumultuosi e contrastanti come il senso di paura, di fragilità, inadeguatezza. Emozioni certamente fomentate dall’Ingannatore, il quale distoglie dalla consapevolezza che la nostra vita è totalmente nelle mani di Dio ed è dono per altri. Il profeta Isaia mi ha aiutato a continuare – come ho sempre fatto – a fidarmi del Signore e a chiedergli di liberarmi da ogni paura ingannatrice, a riporre in lui la mia sicurezza: «I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie» (Is 55,8). Sono certo che anche stavolta l’inedita e imprevedibile creatività dello Spirito ha prevalso è prevarrà ancora sull’opera umana. Mi ritrovo adesso con una profonda e intensa gratitudine, anzitutto al Signore, datore di tutti i doni (cfr. Gc 1,17). Egli mi chiede di seguirlo anche ora e, in una forma sempre più radicale, a mettere la mia vita al servizio del suo Vangelo e di quanti mi siete stati affidati attraverso il mandato di Papa Francesco che ha benevolmente riposto in me la sua fiducia.

Anche a lui va la mia gratitudine, mentre gli rinnovo la mia fedeltà e obbedienza. Mi sento accompagnato dallo Spirito, sempre operante nella Chiesa, e da ciascuno e ciascuna di voi. Il Signore mi chiede di amarvi. Vi prometto di amarvi sin d’ora in Lui, mio tutto e roccia della mia vita di uomo, di cristiano e di presbitero. Vengo a Mazara con lo stesso sentimento manifestato da Paolo allaChiesa di Corinto: «Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete già saldi» (2 Cor 1,24).

Stringendoci a Cristo, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, tutti noi verremo impiegati come pietre vive per la costruzione dell’edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditia Dio (cfr. 1Pt 2,4-5).Mi inserisco volentieri nel fecondo solco del campo del Signore già tracciato e curato dai miei venerabili predecessori. Sono certo che in questo promettente tempo del cammino sinodale potremo crescere insieme nella comunione con il Signore e tra noi sostenuti dall’assiduo ascolto della Parola di Dio e dalla “frazione el Pane”. E se un passo deve ritmare il percorso che ci attende sarà il passo degli ultimi, degli “scarti” della nostra società, di chi stenta perché piccolo e fragile.Camminiamo insieme nella gioia di sapere che siamo, nello Spirito, una cosa sola in Cristo nella diversità dei doni e dei ministeri. Per primo io, metterò a disposizione, così come ne sarò capace, il ministero che mi viene ora affidato.Ciascuno di voi, ne sono certo, farà altrettanto. Ci saremo tutti. Tutti convocati e tutti inviati.

Riflesso della comunione trinitaria, vogliamo attraversare con umiltà e coraggio, per condividere la gioia del Vangelo e spandere il buon profumo di Cristo, le strade delle nostre città, essere prossimi a tutti, accogliere quanti arricchiscono il nostro territorio con la diversità della loro provenienza, cultura e religione. ComeChiesa che si affaccia sul Mediterraneo vogliamo promuovere un dialogo sereno ed ecumenico tra le due sponde nella consapevolezza che il “Mare Nostro” deve continuare ad essere ponte di incontro e di pace, di vita e non di morte. Per tutti, per i nostri marittimi e per quanti lo attraversano desiderosi di libertà e di dignità umana.

Con questi intenti, ringrazio ancora di cuore il Santo Padre, il caro Vescovo Domenico Mogavero che tanto si è speso per mantenere viva la fragranza del Vangelo e la lampada della fede in questa amata Chiesa Mazarese e il Vescovo emerito Emanuele Catarinicchia. Ringrazio sin d’ora le Autorità civili e militari, confidando in un dialogo proficuo e in una buona collaborazione per il bene delle nostre comunità cittadine e del nostro territorio diocesano.

Mentre vi chiedo un anticipo di comprensione e di indulgenza per i miei limiti personali, vorrei terminare con le parole di S. Ignazio di Antiochia ai cristiani di Magnesia: «Sapendo che siete pieni di Dio, non vi faccio lunghe esortazioni.Ricordatevi di me nelle vostre preghiere perché possa giungere a Dio. […] Ho bisogno della preghiera e della carità di tutti voi».«Vi affido al Signore e alla parola della sua grazia» (At 20,32). Consegno il mio ministero episcopale all’intercessione della Madonna del Paradiso e ai SantiVito, Modesto e Crescenza.

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