Avvocati contro il Presidente Corte d’Appello di Palermo: “Nessun ricorso anomalo al gratuito patrocinio”

redazione

Avvocati contro il Presidente Corte d’Appello di Palermo: “Nessun ricorso anomalo al gratuito patrocinio”

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venerdì 28 Gennaio 2022 - 10:06

Le dichiarazioni del Presidente della Corte d’Appello di Palermo, Matteo Frasca, ha scatenato l’indignazione degli avvocati della Sicilia Occidentale.

Al centro della disputa, l’elevato ricorso al gratuito patrocinio. Secondo Frasca “... il rilevato trend di costante crescita della spesa induce a temere che possa essere sintomatico di una tendenziale deriva incontrollata dell’istituto verso una anomala forma di sostegno del reddito di una parte del Foro“.

Addirittura si parla di record nazionale di spesa per il gratuito patrocinio per gli ordini degli avvocati di Palermo, Trapani, Marsala, Agrigento, Termini Imerese e Sciacca.

“Non è il difensore, ma la parte, ad essere ammessa al patrocinio a spese dello Stato – si legge in una nota congiunta dei sei ordini del distretto – l’Avvocato, al fine di agevolare l’assistito, è costretto ad adempimenti e oneri gravosi, costantemente richiesti pur in assenza di espressa previsione legislativa”.

Secondo Frasca, “… l’utilizzo distorto dell’istituto cagiona danni non soltanto alla finanza pubblica, ma altresì all’organizzazione, richiedendo un impegno dei magistrati e del personale amministrativo per l’espletamento degli adempimenti necessari alla liquidazione dei compensi in favore della parte ammessa al beneficio, che negli anni scorsi hanno subito inevitabilmente ritardi e che sono stati sostanzialmente recuperati grazie a uno sforzo fuori dal comune”.

Si parla di almeno due anni di ritardo per il pagamento del gratuito patrocinio agli avvocati.

Nella giustizia penale, a fronte di 54.146 processi, il totale delle spese liquidate è di 28,6 milioni di euro mentre nel processo civile, a fronte di ben 97.793 processi – e di altri 15.700 nel settore lavoro -, più del doppio che nel penale, le liquidazioni per patrocini a spese dello Stato sono pari a 11, 8 milioni, poco più di un terzo rispetto al penale.

“Alla luce di tali dati, che evidenziano dunque come oltre il 70% dei costi del patrocinio a spese dello Stato riguardi il settore penale, sarebbe stato opportuno e doveroso ricordare come il cittadino e dunque il suo difensore non abbia alcun potere di impulso nel processo, il quale viene promosso solo su iniziativa dell’ufficio del Pubblico Ministero – sottolineano gli avvocati del distretto -. Il cittadino, nel processo penale, si difende dall’accusa: non ha dunque alcuna possibilità di ricorrere “strumentalmente” alla giustizia”.

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