Un anno di Covid

Vincenzo Figlioli

Apertura

Un anno di Covid

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martedì 02 Marzo 2021 - 06:45

In queste belle giornate di fine inverno, abbiamo avvertito per le strade l’energia di una comunità che ha il desiderio di riappropriarsi della normalità, nel lavoro come nei rapporti sociali. Un desiderio assolutamente comprensibile, che però non può sovrastare il senso di responsabilità che ognuno di noi ha il dovere di tenere in conto, nel ricordo del dramma che proprio un anno fa di questi tempi anche la nostra comunità cominciò a vivere, in seguito alla notizia del primo caso di Covid in provincia di Trapani. Sono seguiti mesi segnati da notizie e immagini drammatiche che hanno fatto il giro del mondo, abbiamo familiarizzato con termini medici che sono gradualmente diventati di uso comune, abbiamo fatto i conti con l’isolamento, le chiusure forzate (degli istituti scolastici e delle attività commerciali) fino all’illusione estiva di poterci lasciare tutto alle spalle, che si è poi rivelata soltanto una breve ed effimera tregua di fronte a una lunga emergenza che ci ha privati della nostra libertà e, in alcuni casi, dei nostri affetti.

Abbiamo imparato sulla nostra pelle che non possiamo più permetterci momenti di ricreazione nel segno dell’irresponsabilità (come avvenuto a Natale), perchè significherebbe vanificare i sacrifici fatti finora.

Nel frattempo, nonostante lo spettro delle varianti e le difficoltà emerse nelle procedure di somministrazione, la campagna vaccinale sta andando avanti con l’auspicio di arrivare nel giro di qualche mese a coprire una parte consistente della popolazione locale. “Vaccinarsi è un dovere”, ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, tra i pochi fari rimasti in una stagione avara di leader politici autorevoli in cui identificarsi. Papa Francesco – altro prezioso riferimento in quest’anno drammatico – ha aggiunto che si tratta di “un’opzione etica”, sottolineando il valore di una scelta che non riguarda solo noi stessi e la nostra amata e preziosa libertà individuale, ma un concetto ancora più importante e complesso: quello di umanità, nel senso più ampio del termine.

Se è vero che in quest’anno ci siamo sentiti come se qualcuno avesse bloccato il nostro tempo, costringendoci a una pausa forzata, il modo migliore per garantire un futuro dignitoso a noi stessi e alla specie di cui facciamo parte è sciogliere le riserve residue e andare a vaccinarci. Al di là delle code, della disorganizzazione, degli interessi delle multinazionali farmaceutiche e della politica che non sempre fa il suo: perchè la vita deve andare avanti nonostante tutto e sarebbe imperdonabile scoprire, tra qualche anno, di non aver fatto abbastanza nel momento più delicato, per mancanza di visione o di coraggio.

PS: Oggi torna in distribuzione Marsala C’è, il nostro quotidiano free press, che si appresta a celebrare i suoi 18 anni. Ci piace pensare che possa essere un ulteriore tassello verso il ritorno alla normalità.

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