Scrive Filippo Piccione a proposito dell’intervento di Daniele Nuccio

redazione

Scrive Filippo Piccione a proposito dell’intervento di Daniele Nuccio

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martedì 12 Gennaio 2021 - 20:28

Gentile Direttore,

devo subito dire che sono rimasto contento della lettera di Daniele Nuccio, pubblicata il 10 gennaio, non tanto e non solo per il suo contenuto, quanto per aver appreso della sua decisione di voler riprendere la sua battaglia politica – interrotta per un lungo periodo, “osservando un rigoroso silenzio” – dopo la cocente sconfitta dello schieramento del quale intende continuare a far parte con l’obiettivo di avviare una fase di ricostruzione nel campo progressista.

Con Daniele le occasioni di incontro, per vari motivi, fra cui quello della distanza, io abito e vivo a Roma, sono state poche, sebbene io lo abbia seguito con molto interesse nelle sue iniziative politiche, istituzionali e culturali. Un giovane di grandi promesse e di grandi risorse, un esponente di punta del centro sinistra, un dirigente autorevole di Liberi e Uguali. Per l’attaccamento e l’affetto alla propria città, desidero ricordare il suo libro, che molti marsalesi conoscono, intitolato “Quando i jurnateri erano giganti – dialogando con il compagno Gaspare Li Causi” in omaggio alla Sicilia, a Marsala e “ai suoi figli migliori e a quanti hanno deciso di rimanere per resistere ma anche a coloro che per scelta e necessità hanno deciso di lasciarla. Con la speranza che un giorno potranno tornare e riscoprire una terra della quale essere orgogliosi”.

Io ho avuto l’incarico di occuparmi di Pino Giuseppe Pellegrino, parlamentare per quattro legislature, prima come deputato e poi come senatore della Repubblica. Di lui ho tracciato per grandi linee un ritratto. Un grande e tenace combattente fin dagli anni del dopoguerra, sempre impegnato nelle file del movimento operario e contadino e come dirigente di spicco del Pci a Marsala e in Sicilia. Ci sono altri personaggi e figure eminenti di cui si parla nel libro di Daniele che meritano di essere ricordati e con cui magari tentare un confronto con la situazione che stiamo vivendo oggi.

Detto questo non intendo entrare nel merito delle questioni sollevate da Nuccio nella lettera inviata a questo giornale.

Se mi è consentito, vorrei segnalare un pregio e un difetto. Il pregio del suo intervento, cui è stato dato il giusto risalto, è quello di aver voluto accendere un dibattito nel centro sinistra, ancora stagnante per non dire agonizzante, sia all’interno di ogni forza politica, sia e, in modo particolare, nel Pd e del suo gruppo dirigente. Il difetto, se così posso chiamarlo o insufficiente apertura o mancata volontà di un dialogo costruttivo che guardi in avanti, scevro da ogni tipo di recriminazioni sull’operato di questo o quel protagonista, quello o tal altro esponente politico, su cui far ricadere tutte le colpe dell’insuccesso registrato il 4 ottobre scorso.

Io credo che la disfatta elettorale senza precedenti, così come è stato giustamente sottolineato, sia dipesa da tanti fattori, fra i quali alcuni obiettivamente indicati nella lettera. In questo ipotetico elenco andrebbe compresa anche la capacità del centro destra nell’aver saputo impostare e sviluppare la sua campagna elettorale conseguendo una vittoria che sembrava anzitempo preannunciata. Certo è utile e opportuno fare un’analisi del voto e individuare, per poi correggerli, gli errori commessi. Sono altresì convinto però che per uscire dalla crisi in cui versa il centro sinistra e il suo gruppo dirigente, oltre alla notevole difficoltà di rimontare il precario rapporto con i cittadini – che non hanno votato né per il sindaco né per i candidati del centro sinistra – non sia quello di rinfacciarsi i torti reciprocamente o continuare a cercare il classico capro espiatorio. Ma di pensare tutti insieme a come riacquistare la fiducia e la credibilità da parte della cittadinanza con un progetto convincente, alternativo al centro destra a Marsala, in Sicilia e nel Paese.

Filippo Piccione

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