Intervista a Gregorio Caimi: “Il Movimento Artistico Culturale di Marsala per fare rete e superare vecchie dinamiche”

redazione

Intervista a Gregorio Caimi: “Il Movimento Artistico Culturale di Marsala per fare rete e superare vecchie dinamiche”

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giovedì 09 Luglio 2020 - 08:30

Il Movimento Artistico Culturale marsalese è già attivo da tre anni ma solo a maggio è nato ufficialmente come insieme di associazioni e a fine mese porta in scena la prima rassegna di eventi in Italia nel post-Covid: ‘a Scurata’. Una realtà interessante che ha delle idee da sviluppare. Ne abbiamo parlato con il Presidente, Gregorio Caimi, musicista fondatore de “I Musicanti”.

Il MAC ha già 3 anni di attività. Qual è la scintilla che ha fatto nascere il Movimento Artistico Culturale di Marsala.

Tutto nasce dall’esigenza di mettere assieme diverse associazioni per fare sinergia e creare dei contenitori culturali che fossero espressione del territorio. Ed ognuno per le proprie competenze, ha fatto sì che questo progetto si realizzasse.

Come si definisce il MAC in quanto ‘ensemble’ di artisti.

Il Movimento Artistico Culturale si definisce apolitico e apartitico, non è legato a nessuna forza politica e non deve essere neanche legato all’Amministrazione comunale di turno. Poichè un problema che spesso c’è stato negli anni – penso ai vari Festival Jazz o a quello del Giornalismo d’Inchiesta – è stato quello che belle realtà poi non venissero, per un motivo o per un altro, riconfermate dalle amministrazioni successive. Noi invece vogliamo creare dei contenuti culturali da ripetere negli anni al di là di qualsiasi Amministrazione locale.

Hai specificato che ognuno all’interno del MAC ha un ruolo ben definito. Dalla firma dell’atto ufficiale sino alla presentazione della rassegna ‘a Scurata’ si respira un clima di serenità tra voi artisti. E’ una reale percezione?

Assolutamente sì, bisogna cercare di cambiare la mentalità nell’affrontare certe dinamiche che negli anni si sono ripetute. Andare al di là di antipatie o gusti artistici personali. Deve essere chiaro che aderire al Movimento Artistico Culturale non significa perdere la propria identità, il proprio background, sia artistico che culturale, ma significa solo mettersi a disposizione per creare degli obiettivi comuni; l’egocentrismo che è, peraltro, una caratteristica degli artisti, qui deve fare un passo indietro. La sinergia dà risultati. Va detto che questa tipologia di mettere in rete le associazioni non è nuova. Ad esempio, nel 2008 come ‘I Musicanti’ partecipammo a Musicultura, uno degli eventi musicali più grossi in Italia. Dietro c’è una macchina organizzativa che fa capo a un movimento di associazioni che è riuscita a pensare in grande, a mettere in rete non solo gruppi di artisti ma una Città, Recanati, e un’intera regione. Perchè sia il Governo regionale che i privati, le aziende, finanziano Musicultura. Questo è un esempio dei tanti. Più in generale le collaborazioni con artisti nazionali ed internazionali personalmente mi hanno aiutato a cambiare mentalità.

Non sono mancate però delle polemiche intorno al Movimento. C’è chi storce il naso…

E’ importante non alzare barriere. Anche se c’è stato un dibattito che ha investito anche il MAC, sul binomio artista professionista e artista dilettante. In particolare su chi coinvolgere. Io dico che al di là del professionismo bisogna valutare le proposte e fare rete, tutti insieme, l’arte ha bisogno di professionisti, dilettanti e appassionati, con l’unico obiettivo di migliorare, giorno dopo giorno, la realtà in cui viviamo. Sappiamo bene inoltre, che avere un titolo di studi non equivale a sapere suonare o recitare.

e c’è chi, invece, dice che il MAC è troppo vicino alle Istituzioni…

Il MAC ha cercato il dialogo con le Istituzioni, bisogna farlo; il MAC si è fatto promotore di iniziative autonome, a volte sposate dall’Amministrazione che ha patrocinato gli eventi, in diversi casi anche gratuitamente. Poi se l’Amministrazione comunale vuole fare qualcosa e coinvolgere il Movimento, bene. Ma dobbiamo altresì uscire da queste logiche: le associazioni e gli artisti devono poter realizzare iniziative in maniera indipendente.

Come vedi questa sinergia tra pubblico e privato, di cui tanto si parla, nell’ambito dell’organizzazione di eventi.

E’ naturalmente necessario perchè la sfera pubblica ha sempre meno risorse. Una delle attività comuni degli artisti, sia essi professionisti che non, potrebbe essere quella di presentarsi in maniera unita e forte alle Istituzioni, a qualsiasi livello, locale, regionale o nazionale, e chiedere degli aiuti, non solo economici, per valorizzare l’arte di un territorio, in questo caso il nostro. A Marsala ad esempio ci sono dei monumenti stupendi, il Complesso San Pietro, Palazzo Fici, Grignani, ecc. che potrebbero essere valorizzati di più. Si potrebbero ‘aprire le porte’ di questi luoghi, delle tante stanze spesso vuote che ci sono per creare iniziative, eventi culturali, ecc.

Come vedi il post-Covid per la musica, il teatro. Le persone avranno voglia di partecipare ad eventi?

Noi ci auguriamo di sì. All’inizio eravamo indecisi se avviare il cartellone de ‘a Scurata’. Poi però abbiamo pensato che partecipare a questi momenti di aggregazione fosse un ritorno alla normalità di cui tutti abbiamo bisogno, e lo si può fare in sicurezza. Perchè alle Saline Genna dal 30 luglio, data di inizio della Scurata, sarà avviato un Piano Sicurezza e distanziamento nel rispetto delle normative anti-Covid. E credo che sarà molto apprezzato, anche se ci saranno 200 posti a sedere, per questo abbiamo previsto i doppi spettacoli, alle 19.15 e alle 21.15.

Uno dei più grandi eventi del MAC al momento resta ‘a Scurata’, giunta alla sua terza edizione. Vuoi rinvolgere un invito al pubblico?

Ci sono tanti motivi per venire alla Scurata. Dal lato artistico abbiamo diverse proposte, dalla musica classica a quella cubana, dalla world music al pop, dal teatro impegnato a quello giovane, dalla comicità al nome più noto, quello di Corrado Tedeschi nell’ultimo spettacolo in rassegna. E poi alle Saline Genna c’è uno dei tramonti più belli al mondo.

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