Mascherine a Marsala: rivolta sul web per l’ultima ordinanza sindacale

redazione

Mascherine a Marsala: rivolta sul web per l’ultima ordinanza sindacale

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sabato 16 Maggio 2020 - 11:53

Sta raccogliendo numerose firme la campagna promossa da alcuni cittadini marsalesi sulla piattaforma change.org per indurre il sindaco Alberto Di Girolamo a rivedere l’ordinanza emanata ieri sull’utilizzo delle mascherine.

“Si ritiene questa misura – si legge nel testo della petizione – sproporzionata e dannosa, viste le condizioni di scarsa diffusione del Covid-19, come certificato dall’ASP locale, che ha diffuso la notizia che da ben 14 giorni non ci sono nuovi contagiati nella provincia di Trapani. Inoltre la stessa OMS e la comunità scientifica esprimono perplessità sull’uso della mascherina in luoghi all’aperto. Pertanto si Chiede al Sig. Sindaco di voler rimodulare l’ordinanza eliminando l’obbligo della mascherina nei luoghi all’aperto qualora si possa rispettare il distanziamento sociale”.

Al momento in cui scriviamo la petizione ha superato le 370 adesioni e naviga speditamente verso l’obiettivo di quota 500.

Le disposizioni dell’ordinanza hanno scatenato davvero un grande dibattito in città. Per lo più prevalgono i pareri contrari, che anche sui social sono stati espressi in maniera civile da tanti cittadini. C’è chi evidenzia come appaia esagerato prolungare i termini di utilizzo della mascherina fino al 31 luglio, a fronte di un’uscita dalla pandemia che, per la provincia di Trapani, sembra davvero dietro l’angolo. Altri contestano l’obbligo di usarla anche all’aperto, altri ventilano l’ipotesi che eventuali ricorsi dai cittadini sanzionati per non aver rispettato l’ordinanza potrebbero comportare un danno economico per le casse comunali. Sul nostro sito, a riguardo, abbiamo già pubblicato una lettera-appello dell’avvocato Fabio D’Anna. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’ex dirigente della Provincia di Trapani Diego Maggio e l’ex sindaco Renzo Carini, tutti concordi – attraverso post e commenti pubblicati sul web – nell’invitare Di Girolamo a ritirare l’ordinanza. Tanti hanno invece sottolineato l’effetto che quest’improvvisa decisione potrà avere sui locali che si stanno preparando a riaprire dopo due mesi e mezzo di chiusura e che già immaginano di dover fare i conti con una stagione turistica ben diversa rispetto agli anni precedenti.

Naturalmente, anche i consiglieri comunali stanno prendendo attivamente parte al dibattito sui social. Uno dei primi è stato Daniele Nuccio, che già ieri ha espresso la propria contrarietà: “Ho come l’impressione che il sindaco di Messina abbia contagiato altri suoi omologhi, avendo questi compreso che una strategia della comunicazione a metà strada fra la bonarietà del padre di famiglia e la rigidità dei protagonisti dei libri di Orwell in fin dei conti paga”. Da Linda Licari arriva invece un invito alla cautela rispetto alla voglia di “liberi tutti” e a non dimenticare “le migliaia di bare nelle fosse comuni e nei forni crematoi”. Più in generale, gli ambienti vicini alla giunta comunale lasciano intendere che la decisione del sindaco sia stata generata dalla constatazione degli assembramenti notati con l’inizio della fase 2 (4 maggio) nei pressi del lungomare cittadino e in zona Spagnola. Una scelta di carattere precauzionale, in cui si è preferito dare priorità alla prevenzione e a scongiurare nuovi casi di positività al Covid-19.

Ad ogni modo, la sensazione è che nelle prossime ore il sindaco tornerà sull’argomento, rispondendo in maniera ufficiale a chi, in queste ore, ha espresso le proprie riserve sull’ordinanza.

I consiglieri comunali di Marsala, Eleonora Milazzo e Alessandro Coppola intervengono sull’obbligo delle mascherine.
“L’ordinanza, a parere nostro – affermano Milazzo e Coppola – si appalesa immotivata, illegittima e soprattutto priva di logicità soprattutto nella parte in cui tale obbligo viene esteso sia alle attività commerciali, ove non sarà possibile “consumare” se non con mascherina, sia alla possibilità di passeggiare liberamente all’aperto. Posto che la salute è un bene primario meritevole di tutela, si ritiene che le giuste precauzioni quali distanziamento sociale di almeno un metro, divieto di assembramento, obbligo di utilizzare le mascherine solo per l’accesso all’interno dei locali al chiuso siano sufficienti a limitare o addirittura evitare il possibile contagio. Riteniamo pertanto – dicono infine – che l’atto in questione debba essere rivisto, modificato e soprattutto adattato al quadro epidemiologico presente a Marsala e in provincia di Trapani ove, come certificato dall’ASP locale, da ben 14 giorni nessun nuovo contagio è stato registrato”.

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