Assessorato alla Lega, l’appello a Musumeci di un siciliano emigrato al Nord: “Presidente, ci ripensi”

redazione

Assessorato alla Lega, l’appello a Musumeci di un siciliano emigrato al Nord: “Presidente, ci ripensi”

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giovedì 14 Maggio 2020 - 09:51

Egregio Signor Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci,

sono Siciliano. Sono sempre stato orgoglioso di esserlo, ho sempre curato la mia identità siciliana e non mi sono mai vergognato, mai fino a oggi.

Oggi è come se avessi preso un pugno allo stomaco e per la prima volta mi vergogno di essere siciliano perché Lei, Signor Presidente, ha deciso di affidare un assessorato alla Lega (Nord), e non un assessorato qualsiasi, ma quello ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana.

All’identità siciliana alla Lega (Nord).

A tal proposito mi chiedo se non si sentano traditi anche i Leghisti del Nord della prima ora, quella stessa Lega (Nord) che ha insultato per anni la Sicilia e i siciliani, quella che è piena di pregiudizi, quella che sostiene che noi meridionali siano inferiori. Potrei continuare, ma sono sicuro che Lei, Signor Presidente, conosca benissimo le ingiurie che ci sono state e ci vengono ancora fatte.

Abito in Veneto da 20 anni: queste ingiurie e questi pregiudizi li vivo tutti i giorni. Spesso, mi è capitato di sentire dire, mentre ci si riferiva a me: “E’ un terrone, ma è una brava persona”. Quel “ma” mi ferisce come una spada in un fianco. Quel “ma” si poggia su tutti i pregiudizi e i luoghi comuni che riguardano i terroni (categoria della quale mi onoro di appartenere) e qualche volta quel “ma” sfocia addirittura nel razzismo.

Signor Presidente, non le faccio l’elenco di tutte le grandi personalità della società civile, politica e culturale che hanno fatto conoscere l’Identità Siciliana nel mondo, alcuni di questi sono stati barbaramente uccisi. Lei è un uomo che ha una storia politica ben precisa e proprio per rispetto e onore a essa non può nominare Assessore all’Identità Siciliana un Leghista perché le alleanze, i giochi politici e le strategie vengono dopo la dignità dei siciliani.

Le chiedo, Signor Presidente, di non calpestare la dignità dei Siciliani, in particolar modo di quelli che, soffrendo umanamente, vivono lontani dalla loro amata terra. Torni sui suoi passi, Signor Presidente, lo faccia anche per la sua dignità di siciliano e politica.

Oggi, da siciliano, mi sento ferito

Spero tanto che Lei faccia in modo che questa ferita smetta di sanguinare.

In fede,

Giovanni Galioto

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