Da oggi, come preannunciato nei giorni scorsi, i cittadini di 12 Comuni del territorio trapanese saranno costretti a tenere a casa i sacchetti di rsu. La saturazione e la conseguente chiusura della discarica di Borranea ha di fatto privato i Comuni della SRR TP Nord dell’unico sito in cui conferire i rifiuti non differenziabili dopo la chiusura della discarica di Siculiana, che dovrebbe tornare disponibile tra il 10 e il 15 gennaio. Alle amministrazioni di Valderice, Alcamo, Castellammare del Golfo, Marsala, Favignana, Custonaci, San Vito, Calatafimi-Segesta, Erice, Buseto, Paceco e Pantelleria, non è rimasto che prendere atto della situazione ed emanare un’ordinanza alle rispettive comunità, invitando i cittadini a non buttare l’rsu nei cassonetti, tantomeno per strada. Una notizia del genere, chiaramente, sta facendo molto discutere, con le inevitabili lamentele dei contribuenti che proprio in queste settimane sono alle prese con il pagamento della Tari. Senza considerare che sono in molti a temere che proprio nel periodo natalizio le strade dei Comuni interessati potrebbero essere sommerse dai rifiuti, nonostante le ordinanze dei sindaci (o del commissario straordinario, come nel caso di Marsala) abbiano previsto sanzioni amministrative da 25 a 500 euro per i trasgressori. Restano fuori dal divieto, invece, i rifiuti riciclabili (organico, plastica, carta, vetro e lattine) che potranno continuare ad essere depositati presso gli appositi contenitori o le isole ecologiche.
Non è ancora chiaro, invece se chi risiede a Trapani dovrà attenersi alle stesse disposizioni adottate negli altri Comuni dell’SRR. Ufficialmente, non c’è ancora un’ordinanza sindacale che preveda il divieto di depositare l’rsu per i trapanesi, nè gli uffici comunali del capoluogo – da noi contattati – hanno saputo dare risposte chiare in tal senso. L’impressione è che comunque a Trapani, fino a nuovo ordine, i cittadini non saranno costretti a tenere a casa i rifiuti indifferenziati, con la discarica di Borranea che per qualche altro giorno rimarrebbe ad esclusivo uso dei trapanesi. La situazione è comunque in continua evoluzione e potrebbero esserci a breve altre novità. Quel che è certo è che in mattinata gli agenti della Polizia Municipale del capoluogo hanno elevato 19 contravvenzioni, 15 delle quali nei confronti di residenti in altri Comuni, che erano andati a buttare i propri rifiuti a Trapani.
Nel frattempo, il presidente della SRR Trapani Nord Mino Spezia questa mattina ha incontrato l’assessore all’energia Contraffatto che ha riferito come la Regione starebbe pensando di far conferire a Catania i rifiuti indifferenziati provenienti dai Comuni più grandi (Alcamo, Marsala ed Erice) e di estendere questo provvedimento, dal 28 in poi, anche ai centri più piccoli. Anche qui, però, bisognerà capire cosa deciderà il governo Crocetta nelle prossime ore.
Nessun disagio per i Comuni dell’SRR Trapani Sud, almeno per il momento. Tuttavia, c’è grande preoccupazione anche le amministrazioni di Campobello di Mazara, Castelvetrano, Gibellina, Mazara del Vallo, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Santa Ninfa, Vita, Petrosino e Vita. La discarica di Campobello di Mazara, che raccoglie l’rsu di questi 12 Comuni sarà satura tra tre mesi. E di una soluzione alternativa non c’è ancora traccia.
Molto critica nei confronti del governo regionale l’associazione “Net Left”, secondo cui la sospensione del servizio di raccolta dei rifiuti non differenziabili “dimostra il pressappochismo e la superficialità con cui i governi regionali degli ultimi venti anni hanno affrontato un tema delicato e che, se affrontato con intelligenza, avrebbe potuto creare dei posti di lavoro attraverso il riciclo, il riuso e il riutilizzo dei rifiuti stessi”. “Se una città di 8 milioni di abitanti come San Francisco – spiega Luca Lecardane, coordinatore regionale di Net Left – riesce ad applicare la strategia Rifiuti Zero, continuiamo a non capire perché non vi riesce una regione da poco più di cinque milioni. Ovviamente siamo ironici, perché è evidente che questo governo regionale, come i precedenti, preferisce rispondere a Confindustria e a chi gestisce le discariche private, senza avere un piano regionale dei rifiuti”.