Favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, chiesto il giudizio per quattro persone

Chiara Putaggio

Favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, chiesto il giudizio per quattro persone

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mercoledì 17 Dicembre 2014 - 21:07

Il procedimento scaturisce dall’operazione dei carabinieri “squillo”. A febbraio la prima udienza preliminare
La Procura di Marsala ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro persone accusate di aver indotto alla prostituzione e di aver favorito il meretricio di varie donne straniere in un immobile che si trovava in contrada Fossarunza. Si tratta di Leonardo Petterico, di 35 anni (assistito dall’avvocato Ferruccio Marino), Nydia Yolanda Moya Espitia, colombiana di 42 anni, Salvatore Brugnone, di 70 anni, difeso da Salvatore Fratelli e Sandra Tatiana Ordinez Giraldo, di Bogotà,  di 44 anni. La prima udienza preliminare si terrà il 5 febbraio innanzi al GUP Francesco Parrinello. Il procedimento prende le mosse dall’operazione dei carabinieri  denominata “Squillo”, realizzata con la collaborazione del personale dell’Arma di Genova Portoria. Gli indagati, secondo la pubblica Accusa  sarebbero responsabili, in concorso tra loro, di induzione e favoreggiamento della prostituzione di varie donne di nazionalità straniera. L’indagine “SQUILLO”, condotta dalla stazione dei carabinieri di Petrosino sotto la guida del Luogotenente Maurizio Giaramita, ha preso il nome dalle modalità con cui i clienti sarebbero entrati in contatto con le ragazze dedite all’attività del meretricio: le prostitute, infatti, pare utilizzassero inserzioni pubblicitarie su giornali a tiratura regionale, fornendo il proprio recapito telefonico ed il luogo dove incontrarsi, nel caso di specie a Marsala, all’interno di una villetta di contrada Fossarunza.
L’attività investigativa ha avuto inizio nel febbraio 2009 ed è terminata ad aprile dello stesso anno, traendo spunto da un controllo eseguito dai militari dell’Arma di Petrosino, al fine di localizzare – appunto nella contrada marsalese – una casa di prostituzione.
Da quel momento è iniziata un’attività di indagine integrando le attività tecniche di intercettazione telefoniche e ambientali con servizi di osservazione sul territorio, da cui gli inquirenti avrebbero ottenuto elementi di prova che nell’abitazione si attuasse un’attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione di ragazze straniere, perlopiù sudamericane.

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