Processo “Eden 1”, il commissario Carmelo Marranca: “Patrizia Messina Denaro disse di lasciar stare Giuseppe Grigoli”

Chiara Putaggio

Processo “Eden 1”, il commissario Carmelo Marranca: “Patrizia Messina Denaro disse di lasciar stare Giuseppe Grigoli”

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giovedì 27 Novembre 2014 - 18:59

La deposizione del commissario di polizia Carmelo Marranca è stata al centro della nuova udienza del processo scaturito dall’operazione antimafia “Eden 1”. L’investigatore ha risposto alle domande del pm della DdA Paolo Guido (in aula anche Carlo Marzella). Si tratta del processo presieduto dal giudice Gioacchino Natoli (a latere i giudici Giacalone e Fiorella) che vede imputati: Anna Patrizia Messina Denaro (presente in aula), sorella di Matteo, ritenuto il capo di Cosa Nostra, Francesco Guttadauro, nipote del superlatitante e Antonino Lo Sciuto, ai quali è contestato il reato di associazione mafiosa, Vincenzo Torino, accusato di intestazione fittizia di beni e Girolama La Cascia, ritenuta parte lesa, ma accusata di false dichiarazioni al pm.  Il dottore Marranca ha riferito in merito a delle intercettazioni in cui a parlare sono Anna Patrizia Messina Denaro e il marito Vincenzo Panicola. “Si parla di Grigoli che, detenuto a Rebibbia avrebbe “rigurgitato” informazioni su Vincenzo Panicola, marito di Patrizia Messina Denaro. Intendendo che stava collaborando”. Secondo l’inquirente sarebbe emerso che Grigoli avrebbe detto in giro, in carcere, di aver rivelato informazioni sui parenti di Matteo Messina Denaro, essendo “autorizzato a fari accussì”. Notizia diffusa tra i carcerati che avrebbe innestato un dubbio tra i parenti stretti del boss. In una nuova intercettazione però la stessa Anna Patrizia chiarisce che le notizie dell’autorizzazione sarebbero infondate, però, ribadisce di non effettuare ritorsioni violente su Grigoli. Secondo gli investigatori la donna avrebbe riferito quanto disposto dal fratello Matteo: “Lassatilu ire. Chiù dannu po’ fari, chiossai, pi deci volte. Una catastrofe. Perciò se qualcuno ti spia ci dici lassatilu ire”.

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