Il difensore: “Ma per sei delle persone offese non è scritto il corrispondente capo di imputazione”
Si tratta del processo che vede indagato Giacomo Di Girolamo, ex promotore finanziario, accusato di truffa aggravata e appropriazione indebita, il fratello Stefano Di Girolamo e Caterina D’Amico. Il procedimento penale, lo scorso gennaio era stato avviato innanzi al giudice Roberto Riggio, ma il difensore di Giacomo Di Girolamo, l’avvocato Ignazio Bilardello, aveva sollevato alcune eccezioni, una delle quali sulla nullità del decreto di citazione in giudizio emesso dalla Procura “in quanto – ha detto il legale – tra i capi di imputazione c’è la truffa aggravata che prevede una pena da uno a cinque anni di reclusione. Per questo la citazione a giudizio non poteva essere diretta, ma era necessaria un’udienza preliminare e una decisione del GUP”. I fatti contestati sarebbero avvenuti nel periodo compreso tra il 2003 e il 2011. Secondo l’accusa la truffa ammonterebbe a 220mila196euro. le indagini all’epoca furono effettuate dalla sezione di pg della Guardia di Finanza presso la Procura. Ieri è stata celebrata un’udienza davanti al GUP Parrinello. Ma anche stavolta il difensore, Ignazio Bilardello, ha sollevato delle accezioni. “sei delle persone offese indicate non erano corredate dal capo di imputazione e il mio assistito ha diritto di sapere di cosa è accusato”. Così il pm ha chiesto un rinvio. La prossima udienza si terrà il 27 novembre.