E’ arrivato il Pos

Claudia Marchetti

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E’ arrivato il Pos

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lunedì 30 Giugno 2014 - 17:28

E’ entrato in vigore ieri il Pos, l’ennesima trovata tutta italiana da parte del Governo per combattere, a detta loro, l’evasione fiscale e garantire maggiore trasparenza nelle transizioni commerciali. Il Pos, in buona sostanza, è la moneta elettronica, che è diventata obbligatoria per imprese, lavoratori autonomi e professionisti. Queste categorie da ieri devono munirsi di carte di credito ed affini per i pagamenti al di sopra le 30 euro in tutte le aziende, i negozi, i bar, ecc. La disposizione sta facendo già discutere. Per alcuni è l’ennesimo modo per generare il caos in settori che già sono abbastanza tartassati da crisi ed alte tassazioni, per altri è l’ennesimo accordo tra Governo e banche, altri ancora cercano di analizzare la situazione sul piano pratico. Come i sindacati. La Confesercenti si schiera contro la moneta elettronica, in quanto comporta costi aggiuntivi di circa 5 miliardi, definendola come una batosta che “… rischia di mettere in difficoltà le imprese proprio nel momento in cui si vedono i primi barlumi di ripresa. I costi avranno un’incidenza maggiore per gli esercizi caratterizzati da pagamenti non eccessivi, come per i tabaccai, gli edicolanti, i bar, che vedranno dimezzare il proprio utile”. Di diverso avviso i sindacati dei Consumatori, secondo cui l’accettazione di pagamento elettronico è un buon metodo di lotta all’evasione nonché di maggiore sicurezza. Sulla maggiore trasparenza pochi sono i dubbi anche se gli escamotage sono dietro l’angolo. Ma alcuni dubbi sorgono in merito. Innanzitutto la norma non prevede una sanzione per le imprese, gli artigiani e gli studi professionali che decideranno di non adeguarsi. E viene da chiedersi: se il Pos è un obbligo, ma non è prevista sanzione per chi non si uniforma, si può quindi non utilizzarlo e disattendere la norma? In Italia evidentemente non sanno più come si fa una legge. Ma ci sono tante altre perplessità: pare che dalle nuove disposizioni ne resterebbero fuori i lavoratori subordinati il cui controllo in termini fiscali lascerebbe poche ombre, i pensionati, gli studenti ed affini. Anche perché il commerciante o chicchessia come fa a sapere che il cliente in questione, magari non dotato di carta di credito, sia un lavoratore autonomo od un professionista? Di contro per queste categorie di lavoratori poco o nulla cambierà. Insomma, bisognerebbe chiarire una volta e per tutte alcuni punti prima di gridare “a lupo a lupo”.

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