Capperi d’oro di Favignana: l’Incanto Mediterraneo tra rocce e sapori

Carmela Barbara

Capperi d’oro di Favignana: l’Incanto Mediterraneo tra rocce e sapori

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sabato 05 Luglio 2025 - 10:32

Sospesi tra il profondo azzurro del mare e i tramonti infuocati delle Egadi, i capperi di Favignana narrano una storia fatta di silenzi salmastri, mani sapienti e profumi ancestrali. Un piccolo fiore capace di racchiudere l’essenza primordiale dell’isola, portando con sé eleganza e tradizione in un bocciolo prezioso.

Dalla pietra alla tavola: natura, raccolta, magia

Il Capparis spinosa trova a Favignana il suo habitat ideale: roccia calcarea, brezza marina e secolare assenza di ingerenze. Spontanea e tenace, la pianta produce capolini fiorali – i capperi – da maggio fino a settembre. Il loro raccolto è un atto di pazienza: ciascun bocciolo viene colto rigorosamente a mano nelle ore fresche dell’alba, prima della fioritura, per preservarne l’aroma e la freschezza. Solo pochi giorni dopo, alcuni boccioli si lasciano trasformare dal sole e dalla vita in frutti carnosi: i cucunci. Più grandi, dotati di picciolo e delicata dolcezza, essi testimoniano la straordinaria capacità rigenerativa del cappero.

L’arte della conservazione

Favignana non delude: la lavorazione dei capperi segue l’antico rituale eoliano e siciliano. Dopo la raccolta, le materie prime vengono coperti di sale grosso – in proporzione pari al peso – in recipienti di vetro o tinozze, quindi mescolati ogni giorno per favorire una fermentazione lattica lenta e naturale. Il processo può durare settimane, fino a quando i capperi risultano perfettamente disidratati e pronti alla degustazione o all’ulteriore conservazione in salamoia, aceto o olio.

I cucunci, perla della gastronomia mediterranea, richiedono un passaggio aggiuntivo: dopo l’essiccazione, spesso entrano in barattoli di aceto e acqua (in proporzione 1:1 o 1:2), dove sostano per almeno un mese, sviluppando sotto sale un profilo aromatico intenso, delicato e croccante.

Sapori e virtù: un bouquet Mediterraneo

Il cappero offre note aromatiche, un’elegante acidità e un lieve retrogusto piccante. Esalta piatti di pesce, crostacei, carni bianche, insalate e paste firmate con fantasia isolana. I cucunci, invece, sono un’esperienza sensoriale: croccanti, sapidi e sorprendentemente succosi, perfetti come antipasto, per tartine raffinate o per esaltare formaggi freschi.

Dal punto di vista salutare, entrambi vantano alte concentrazioni di flavonoidi – quercetina e rutina – noti per azioni antiossidanti, antinfiammatorie e diuretiche. Un’antica saggezza, con radici in testi di Plinio, Discoride e Galeno, che oggi trova conferma anche nei moderni studi scientifici.

Un legame antico

Il cappero è citato già nei testi sacri e poi dai medici del Seicento per le sue virtù: digestivo, diuretico, “afrodisiaco” per alcuni . Ma la sua essenza risiede nella quotidianità: un sapore che racchiude la storia dell’isola, con tutta la sua anima salmastra e ancestrale.

Tradizione e identità: custodi dell’Isola

A Favignana, come altrove nell’arcipelago, la cultura del cappero è intessuta di autenticità contadina. I capperi crescono spontanei, così come accade lungo le scalinate e tra le mura di scogli; i produttori locali, con orgoglio e rigore, lavorano secondo tempi e metodi tramandati da generazioni. Non esistono industrie pretenziose: soltanto la pratica serena di coltivazione su piccola scala, il rispetto per la materia grezza e la pulizia delle origini più sincere.

Favignana nel piatto: esperienze sensoriali

Pensate a un crostino croccante su cui adagiare un cucuncio dal picciolo lungo: una sinfonia di salinità gentile, consistenza succosa e suggestione estetica. Oppure un trito di capperi su una tagliata di pesce azzurro: un’esplosione di memoria, di mare e di pietra calcarea, trasportati in bocca. È in questi piccoli gesti che l’anima dell’isola si rivela: il suono della pietra sotto il passo, la carezza del vento sul volto e, infine, il sapore inconfondibile di Favignana.

Favole e leggende

C’è chi racconta che alla mattina, a maggio e giugno, Favignana si svegli col richiamo delle reti da tonno e con i contadini che, un cestino in mano, vanno a raccogliere i capperi – come se fosse una benedizione che solo il mare e la roccia possono donare.

In sostanza…

Il cappero di Favignana non è semplice condimento: è poesia compiuta, è bellezza silenziosa in forma commestibile. Ogni cucuncio, ogni bocciolo, racchiude la fatica, la sapienza e la storia di mani sapienti e di una terra aspra e generosa. Regala un’esperienza sensoriale completa – visiva, olfattiva, gustativa – che parla di un luogo unico, sospeso tra mito e orizzonte.

Capperi e cucunci di Favignana: piccoli tesori rupestri che raccontano storie antiche e avvolgenti, da gustare con lentezza e gratitudine.

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