Si terrà domenica 10 dicembre alle 17, al Molino Excelsior Valderice il vernissage di “Tensioni” il progetto fotografico di Anna Sadlowska, che consiste in venti foto che ritraggono corpi femminili a figura intera e frammenti di essi, ed è stato sviluppato tra maggio e settembre 2017. Le fotografie ritraggono modelle di due diversi paesi: la Polonia, paese di origine dell’artista, e l’Italia, dove al momento vive. L’artista e le sue modelle si sono incontrate per la prima volta nel momento stesso in cui sono state scattate le foto all’interno dell’atelier; un elemento che risulta sorprendente a giudicare dall’audacità degli scatti.
Le donne nelle fotografie di Sadłowska sono forti, risolute, di indole non consona al compromesso, sembrano sapere perfettamente quello che vogliono e come ottenerlo. Esse mantengono il contatto visivo con lo spettatore, essendo padrone dei loro corpi. In alcuni scatti giocano con l’artista, e di conseguenza anche con lo spettatore. Ogni gesto sembra essere pianificato e studiato perfettamente. Esse si coprono in modo ammiccante, pienamente conscie del potenziale seduttivo dei loro corpi, ma al contempo consapevoli che la tentazione più grande sia generata da ciò che rimane nascosto.
Il nome della serie riflette inequivocabilmente gli stati emotivi mostrati nelle immagini. Il titolo “Tensioni” si manifesta in una varietà di modi. Il corpo femminile è schiavo di collant, che sembrano essere tessuti oppressivi. La tensione sottocutanea si rivela sotto forma di posizioni estatiche, che trasudano trepidazione, di gesti ambigui e di sguardi ammiccanti. La tensione muscolare trova una coincidenza perfetta con quella emotiva; guardando gli scatti si possono quasi sentire le vibrazioni che scorrono sotto la superficie della pelle, rendendo impossibile allo spettatore l’indifferenza difronte alla forte tempra espressa dalle donne ritratte. L’atmosfera è tesa come la freccia posta sull’arco, pronta a scoccare da un momento all’altro. Anche oggetti e tessuti, percepiti stereotipicamente come ordinari e inoffensivi, giocano ruoli nuovi e sconosciuti. Un merletto, ad esempio, consuetudinalmente associato alla delicatezza e all’impalpabilità, qui si trasforma in una rete opprimente, che imprigiona e costringe i corpi nei suoi movimenti.
Le foto in bianco e nero sono potenti e provocanti. Utilizzando questa tecnica fotografica, che pone il limite di espressione al minimo, l’artista obbliga gli spettatori a concentrare tutta la loro attenzione sulle parti fortemente accentuate dalla luce. Sadłowska incentra il suo lavoro su di essa, enfatizzando e nascondendo elementi della realtà. Gli sfondi delle pose, talvolta bianchi, altre volte neri, risaltano perfettamente le componenti chiave dell’immagine, riuscendo a gestire l’attenzione, così come la percezione stessa, dello spettatore.
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