Si è tenuta stamani la prima udienza preliminare dinanzi al GUP di Trapani Emanuele Cersosimo per un processo a carico di 8 persone accusate in concorso fra loro a vario titolo dei reati di estorsione, truffa e due di loro del reato di illecito trattamento dei dati personali.
Il procedimento scaturisce da una complessa indagine condotta dalla polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza di Trapani nei confronti di una società trapanese e in particolare nei confronti del rappresentante legale e un socio della stessa sas, il responsabile della contabilità, il responsabile del personale, un consulente del lavoro ed un promotore finanziario.
Un vero e proprio sodalizio criminoso il cui dominus è ritenuto T.M. di Erice di 44 anni, socio accomandante, che minacciava il licenziamento nel caso in cui i dipendenti non avessero consegnato una parte dello stipendio, compreso il tfr, che figurava in busta paga, “non mancando di attuare le proprie intimidazioni nei confronti degli impiegati indifesi, molti dei quali stranieri, e quindi terrorizzati dall’eventualità di perdere il posto di lavoro” così come evidenziato nella richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero, Andrea Norzi.
Tra le persone offese, per il reato di truffa, figura anche la Nino Castiglione s.r.l. che aveva concluso con la medesima società, un contratto di appalto per la fornitura di servizi vari.
Le 21 persone offese sono state individuate nei lavoratori della sas molti dei quali hanno preannunciato la costituzione di parte civile con i rispettivi legali. Tra queste, già individuata tra le persone offese anche l’associazione Co.Di.Ci. – Centro per i Diritti del Cittadino che, tramite l’Avvocato Vincenzo Maltese, ha comunicato la costituzione parte civile.
“L’Associazione è legalmente riconosciuta e iscritta nel’apposito albo Prefettizio, tra quelle che prestano assistenza alle vittime di estorsione e usura, peraltro attività che rientra nel nostro Statuto nazionale e regionale – commentano gli avvocati Manfredi Zammataro, Segretario regionale di Co.Di.Ci., e Vincenzo Maltese di Co.Di.Ci. Trapani – Prendendo spunto da tale vicenda – concludono i legali – il nostro invito rivolto a tutti i lavoratori, è quindi di denunciare ogni forma di violenza, minaccia o intimidazione, abuso o privazione che dir si voglia, posta in essere in danno di soggetti deboli, in questo caso i lavoratori stessi, azioni che vanno a violare i diritti della persona determinando il più delle volte situazioni di sofferenza”.
Vista la rinuncia al mandato da parte di uno dei difensori degli imputati, il processo è stato rinviato al 22 marzo prossimo dove, verosimilmente si discuteranno alcune richieste preliminari.