Acqua, Coldiretti e il pifferaio magico: scrivono i guardiani del territorio

redazione

Acqua, Coldiretti e il pifferaio magico: scrivono i guardiani del territorio

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sabato 13 Dicembre 2025 - 16:55


I Guardiani del Territorio associazione con sede a Petrosino, interviene con una nota sulla crisi idrica.

“Partiamo da un punto fermo, che nessuno mette in discussione: in Sicilia esiste una gestione disastrosa della risorsa idrica. Dighe mai collaudate o abbandonate, invasi tenuti artificialmente vuoti per mancanza di manutenzione, reti di distribuzione colabrodo che disperdono milioni di metri cubi d’acqua prima ancora di arrivare ai campi e alle città. Su questo la denuncia è sacrosanta ed è da anni anche la nostra.

Ma è proprio quando si passa dalle accuse alle soluzioni che emerge l’ennesima ambiguità – per non dire
contraddizione – della Coldiretti. Invece di pretendere con determinazione una riorganizzazione strutturale del sistema pubblico delle dighe e delle reti di distribuzione, invece di imporre alla politica regionale investimenti seri su infrastrutture collettive, la Coldiretti torna a spingere su una strada ben nota: i laghetti e gli invasi aziendali.
Una proposta che, nella realtà dei fatti, non è accessibile ai piccoli coltivatori diretti, ma solo ai grandi
proprietari terrieri e alle aziende agricole di grandi dimensioni,
che dispongono di superfici, capitali e capacità burocratiche per realizzare invasi privati. I piccoli agricoltori, quelli che coltivano pochi ettari e tengono in vita il territorio, restano ancora una volta esclusi, lasciati senza acqua e senza tutele.
Questa non è pianificazione, è privatizzazione strisciante dell’acqua, mascherata da modernizzazione. E
mentre tutto questo accade, assistiamo allo spettacolo delle piazze piene, riempite come nella fiaba del
Pifferaio Magico: pullman gratuiti, maglietta rigorosamente gialla, cappellino giallo, fischietto e
colazione a sacco. Un “kit da sciopero” che permette alla Coldiretti di guidare migliaia di agricoltori dove
vuole, con una musica accattivante fatta di slogan e rabbia legittima.
Ma il finale rischia di essere lo stesso della fiaba: gli agricoltori trasformati in topi, condotti verso soluzioni
che non li salveranno, mentre i veri beneficiari – i grandi proprietari e i grandi interessi – restano al sicuro.
I Guardiani del Territorio dicono basta a questa narrazione. L’acqua è un bene pubblico, e come tale va gestita con infrastrutture pubbliche efficienti: dighe sicure e funzionanti, reti moderne, riuso delle acque depurate, programmazione vera e non scorciatoie aziendalistiche.


Senza questo cambio di rotta, le piazze continueranno a riempirsi, ma i campi dei piccoli coltivatori
continueranno a restare asciutti. E ancora una volta, a pagare il prezzo più alto saranno proprio coloro che Coldiretti dice di rappresentare”.
Il Direttivo dell’Associazione “I Guardiani del Territorio”

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