La trasformazione del centro trapanese di Milo in Hotspot è al centro di un’interrogazione che il portavoce al Senato del Movimento 5 Stelle Vincenzo Maurizio Santangelo ha presentato al Ministro degli Interni Angelino Alfano. Per il parlamentare pentastellato, la decisione della Commissione Europea di distribuire i profughi in percentuale tra i Paesi membri ha finito per tradursi in “un’ulteriore penalizzazione per la Sicilia” con l’individuazione dei suddetti hotspot (“punti di crisi”) a Pozzallo, Porto Empedocle, Trapani e sull’isola di Lampedusa, con quartier generale a Catania.
“Il CIE di Milo – scrive Santangelo – già dovrebbe essere stato chiuso per i problemi noti a tutti, a partire dall’inadeguatezza della struttura, ed invece verrà semplicemente riconvertito o meglio vedrà sicuramente aumentata la capacità di ospitalità, in assenza di standard abitativi minimi, causa poi di precarie norme igieniche sanitarie. Oggi ho presentato un’interrogazione al Ministro dell’Interno Alfano perché ci sono troppe cose non chiare e si sa che giocando sul concetto di emergenza in Italia, si sono sempre combinate le più grosse porcherie generando sulla vita dei migranti il business dell’accoglienza, Mafia Capitale a Roma e il Cara di Mineo, lo testimoniano”.
Nella sua interrogazione, Santangelo chiede come si intende gestire il CIE di Trapani Milo in funzione di hotspot, con quali costi ed in base a quali rapporti convenzionali; quante persone al massimo si intende accogliere nella struttura attualmente destinata a CIE di Trapani Milo quando sarà destinata alla funzione di hotspot; quali misure organizzative si intendano adottare per garantire una effettiva presenza degli interpreti all’interno degli hot Spot, ed intanto all’interno del CIE di Trapani Milo, nel corso delle procedure di convalida e di proroga delle misure di trattenimento amministrativo; quanti uomini appartenenti alle forze armate e ed alla pubblica sicurezza si intendono impiegare e sulla base di quale schema convenzionale si intende attribuire o prorogare i rapporti di appalto per la gestione del centro.
“Credo che l’Italia, la Sicilia e non ultima Trapani che è stata da sempre la prima provincia italiana, con il più alto numero di migranti – conclude il parlamentare del M5S – abbia bisogno di avere risposte chiare. Non possiamo più tollerare che si speculi sulla vita degli altri, abbiamo bisogno che l’identificazione avvenga in tempi brevi e che gli stessi migranti se hanno diritto di rimanere in Italia, siano liberi di spostarsi in altri paesi membri dell’Europa. I migranti non possono essere ostaggio di politiche miopi e improvvisate, che non riescono a programmare un’ accoglienza sostenibile per l’Italia e per gli italiani”.
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