Sulla struttura lilibetana ennesimo intervento del movimento “Coraggio e Passione”
Sulla ormai pluridecennale vicenda del porto di Marsala interviene il movimento “Coraggio e Passione”. L’organizzazione civica che fa capo all’ex sindaca lilybetana Giulia Adamo, ha da sempre sensibilizzato la città sui temi del porto. Nello scorso novembre 2024 ha tenuto una partecipatissima assemblea per fare il punto sulla situazione che dovrebbe portare all’inizio dei lavori portuali di cui ormai la struttura non può fare a meno.
Il silenzio delle istituzioni locali e la proposta dell’ex deputata
“Mi sorprende il silenzio non solo dei cittadini – afferma Giulia Adamo – ma soprattutto di chi li rappresenta nelle istituzioni. A volte ho l’impressione che del futuro del porto di Marsala non interessi che a pochi soggetti”. Il movimento Coraggio e Passione, tramite la loro leader rilancia la proposta già formulata in passato e che non comprende perché non stia seguendo l’iter prefissato: “Dopo il ribasso d’asta di oltre 380 mila euro si era stabilito di utilizzare questi fondi per iniziare il dragaggio dei fondali portuali. Avevamo anche proposto che, dopo l’approvazione della finanziaria regionale, ci fosse un’iniziativa che tendesse ad addizionare alle somme già disponibili provenienti dal ribasso, un’ulteriore cifra per avviare e completare i lavori di dragaggio”.
Il mancato impegno della deputazione regionale della provincia
Da allora, affermano quelli di Coraggio e Passione”, sulla vicenda è calato un silenzio assoluto. “Ho personalmente contattato il sindaco Massimo Grillo e il presidente del Consiglio comunale Enzo Sturiano, oltre che diversi consiglieri di Palazzo VII Aprile – ha proseguito Giulia Adamo – si sono detti disponibili a perorare a livello regionale la nostra proposta. Ma sembra che non ci sia stato alcun seguito e la situazione è ancora in fase di stallo. Mi rivolgo ai deputati regionali di questa provincia e in modo particolare all’onorevole marsalese Stefano Pellegrino: Marsala non può più aspettare lungaggini burocratiche. Intervengano nelle sedi istituzionali per fare iniziare i lavori. Per quanto ci compete abbiamo anche interpellato l’assessore regionale al ramo il quale si è detto disponibile a sostenere l’iniziativa. Ora occorre l’impegno e l’intervento delle istituzioni locali”.
Ci vuole davvero coraggio a proporre ancora, da parte di Giulia Adamo, le sue ricette per la realizzazione del progetto del porto. Ricordo bene che, quando lei era sindaco, i suoi contrasti con il candidato sindaco sconfitto, Ombra, ritardarono e annullarono sia la proposta della Myr, di iniziativa privata, sia la proposta pubblica. Ora che si va verso la fine di questa amministrazione, Giulia Adamo, da alcuni mesi coraggiosamente, con la sua associazione vorrebbe tornare a galla, dopo essere affondata nel naufragio della sua amministrazione.
Nonostante siano passati un paio di lustri e forse più, la leader decaduta insiste per il dragaggio del fondo portuale, come se questo potesse risolvere il problema. Dragato il porto, dopo pochi anni il fondo risalirebbe per l’entrata di nuova sabbia dal sud, e i benefici sarebbero parziali e poco duraturi. Chiedere a lei di programmare le azioni idonee per lo sviluppo del porto è esorbitante rispetto alle sue capacità politiche. L’opera più importante da lei realizzata da sindaco fu il giardino provvisorio di Porta Nuova. A quel livello si fermò.
Invece, il futuro del porto di Marsala ed in parte pure della città dovrebbe dare la possibilità alle motonavi da crociera di arrivare e sostare. Non potendo ciò avvenire dentro il modesto vecchio bacino, bisognerebbe pensare in grande con moli extraforanei capaci di consentire i moderni traffici. Certo, sarebbero lavori costosi, ma anche in Italia si vedono esempi di realizzazioni di questo tipo in tante città di mare. Io ne ho visti a Genova e recenti a Pisa.
Finché non si penserà in grande per il porto e per Marsala qualsiasi altra soluzione sarà inadeguata.