Ieri la Camera dei Deputati ha votato favorevolmente la fiducia al decreto Caivano: 193 i sì, 121 i no e 5 gli astenuti. Il provvedimento, che aveva già incassato la fiducia dal Senato lo scorso 27 ottobre, ora deve avere il via libera definitivo da parte di Montecitorio.
Il dl nasce per porre un freno al degrado e alla criminalità giovanile nel comune di Caivano, in particolare di uno stupro commesso ai danni di due ragazzine di 10 e 12 anni. Dal carcere per i genitori che non mandano i figli a scuola al Daspo urbano applicabile già a partire dai 14 anni.
Ecco le principali misure previste:
La nomina di un commissario per predisporre un piano straordinario per riqualificare territorio e infrastrutture. Il Commissario, che avrà risorse fino a 30 milioni, può avvalersi del supporto di Invitalia e avere una sua struttura di sostegno per un anno (prorogabile di un altro anno).
Fronteggiare le situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile. Il ministero dell’Università finanzia progetti per costruire o rigenerare edifici e spazi nel Comune da destinare ad attività educative e formative. Gli interventi saranno finanziati con il Fondo speciale per la ricerca (FISR) per 5 milioni di euro nel 2024.
Per il Terzo settore si prevede la semplificazione delle procedure per la concessione di immobili pubblici per fini sociali, soprattutto nei campi artistico, culturale, socio-sanitario, sportivo, di contrasto alla povertà educativa e di integrazione. Vengono stanziati 30 milioni di euro, a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione.
Il Comune dovrà assumere a tempo indeterminato 15 agenti di polizia locale per garantire più sicurezza urbana e controllo del territorio. Viene istituito al Viminale un Osservatorio sulle periferie e viene potenziata l’installazione e manutenzione di sistemi di videosorveglianza nei Comuni.
Pene più severe per chi non manda i figli a scuola. L’inosservanza dell’obbligo dell’istruzione dei minori viene trasformato da contravvenzione in delitto. Chi non iscrive il minore rischia la reclusione fino a 2 anni. Per le assenze ingiustificate si prevede la reclusione fino a 1 anno. Se la frequenza non è regolare la famiglia perde l’assegno d’inclusione. Le scuole di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia possono attivare incarichi di personale Ata per contrastare la dispersione scolastica.
Pene più severe per alcune misure di prevenzione come il Daspo e si estendono a minori che hanno già compiuto 14 anni. Scatta la reclusione da 1 a 3 anni (era da 6 mesi a 2 anni) e la multa da 10.000 a 24.000 euro (era da 8.000 a 20.000 euro). E si amplia l’ambito di applicazione della misura del divieto di accesso a tutti i luoghi di spaccio.
Aumento di pene anche per il porto abusivo d’armi e per reati di lieve entità relativi alla produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti: da 4 a 5 anni. Questo permetterà l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere. Vengono inasprite le pene per i reati di porto abusivo di armi o strumenti atti ad offendere e di porto abusivo di armi per le quali non è ammessa licenza. Per reati gravi come mafia e terrorismo può scattare la decadenza della potestà genitoriale.
E’ fatto divieto di utilizzare alcuni strumenti potenzialmente pericolosi come l’utilizzo di strumenti informatici e telefoni cellulari per i giovani fra i 14 e i 18 anni responsabili di violenze nonché, per quanto riguarda l’ammonimento, anche per giovani di età fra 12 e 14 anni per condotte più gravi, per le quali inoltre si prevede una sanzione pecuniaria per il soggetto tenuto, nei confronti del minore, alla sorveglianza o all’assolvimento degli obblighi formativi.
Sarà più facile per i minorenni finire in carcere. Soprattutto se c’è il pericolo di fuga. Si abbassa da 9 a 6 anni la soglia edittale che consente di applicare la misura detentiva. Ma si prevede anche un percorso di reinserimento e rieducazione del minore. Si amplia la platea dei reati per i quali può essere disposta la custodia cautelare. I detenuti che abbiano compiuto i 21 o i 18 anni e che hanno atteggiamenti considerati violenti possono essere trasferiti in carceri per adulti.
Si autorizza un ulteriore piano per asili nido per l’incremento dei posti nella fascia di età 0-2 anni. Ci sono, poi, norme per favorire l’alfabetizzazione digitale e mediatica a tutela dei minori e campagne informative.