Siamo stati impegnati professionalmente e per naturale curiosità, a seguire in questi giorni le primarie del Partito Democratico. Forse al Consiglio comunale hanno pensato che ci siamo distratti e ne hanno combinata una delle loro. Invece eccoci qua. Facciamo un passo (forse due, va) indietro. Da sempre i consiglieri, a volte a ragione a volte in preda a una certa forma di vittimismo, si sono lamentati dell’assenza nelle sedute di Sala delle Lapidi dell’Amministrazione e dei dirigenti dei vari settori. E’ giusto. Il luogo è quello dove il confronto democratico deve esaltarsi. Se gli “altri” non vanno, con chi si debbono confrontare i Consiglieri comunali che sono pur sempre i rappresentanti del popolo? Abbiamo ascoltato in questi anni giuste lamentele, a volte molto accentuate, ma mai prive di fondamento. “A chi chiedo notizie dello stato di attuazione di una delibera che abbiamo votato, se non c’è l’assessore?”- e poi… “Chi risponde alla mia interrogazione se l’Amministrazione e i dirigenti sono assenti?”, e via così lamentandosi. Da quando il “governo” della Città è stato commissariato a seguito delle dimissioni del sindaco Giulia Adamo, gli interlocutori, più che il commissario Bologna sempre assente anche lui dalle riunioni del Massimo Consesso Civico, sono diventati i dirigenti. In questa sessione che si ultimata ieri sera abbiamo assistito alla forte lamentela dei Consiglieri alla riunione di martedì scorso quando, assenti tutti i dirigenti, dopo avere invitato il presidente Sturiano a diffidarli formalmente i Consiglieri hanno abbandonato l’Aula in evidente segno di protesta, facendo venire meno il numero legale. Nella riunione di mercoledì i dirigenti, per la serie “quando una tirata d’orecchie ci vuole”, erano tutti presenti. Dopo un dibattito, per la verità sterile, i Consiglieri se la sono filata alla chetichella, facendo sospendere la seduta. Ma allora che vogliono? L’Aula piena e la maglie ubriaca? Votate gente, votate
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