Nei prossimi giorni entrerà nel vivo il confronto politico sull’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Per quello che abbiamo letto e ascoltato in questi giorni, il dibattito appare davvero poco entusiasmante. I nomi che circolano con maggiore insistenza non sono certamente di quelli che accendono gli entusiasmi: Amato, Mattarella, Finocchiaro, Pinotti… Qualcuno torna anche a parlare di Romano Prodi e Stefano Rodotà, ma sembra difficile che lo stesso Parlamento che non è riuscito a eleggerli due anni fa possa farlo adesso…
Per una volta, senza rinunciare al nostro approccio laico, ci piacerebbe che la politica italiana prendesse esempio dal Vaticano. Dopo le dimissioni di Ratzinger, la credibilità delle gerarchie ecclesiastiche era arrivata al minimo storico. Sembrava difficile invertire la tendenza, dopo gli scandali di Vatileaks e dei preti pedofili. Al Conclave, però, hanno deciso di puntare su una figura innovativa come Jorge Mario Bergoglio. Magari non avrà del tutto risolto i suoi problemi interni. Ma da lì, la Chiesa ha cominciato a riacquistare credito e credibilità nel mondo.
Per questo, come dicevamo, per una volta ci piacerebbe che la politica italiana seguisse lo stesso indirizzo adottato dal Vaticano, eleggendo un Presidente della Repubblica capace di restituire agli italiani un punto di riferimento autorevole. Uno che non dia l’impressione di concentrarsi troppo sulle dinamiche del Palazzo e che con naturalezza possa parlare alla gente comune ed ascoltarne le istanze, ripristinando un canale di comunicazione da troppo tempo interrotto tra il Paese legale e il Paese reale. Uno come Sandro Pertini, per intenderci.
“Non è necessario essere socialisti per amare Pertini. Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà e di sincerità”, scrisse Indro Montanelli a proposito del Presidente partigiano. Ci piacerebbe poter scrivere o pronunciare una frase simile anche a proposito del prossimo inquilino del Quirinale. Vista l’aria che tira, sarebbe un piccolo miracolo.
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