DAD o non DAD? Questo è il problema

redazione

DAD o non DAD? Questo è il problema

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mercoledì 31 Marzo 2021 - 08:30

Ricordo che nel 1997 mi trovavo ad una mostra d’arte contemporanea al Castello di Rivoli in Torino, tra le altre opere ho notato una installazione di Maurizio Cattelan che mi ha colpito, il titolo era “Charlie non fa il surf”. L’opera assemblata era costituita dal manichino di un alunno che guarda verso la finestra, seduto nel banco monoposto con le mani inchiodate sul ripiano attraverso due matite al posto dei chiodi. Ho deciso di fotografarlo perché rappresentava, secondo me, quelle situazioni di costrizione degli studenti quando si adotta un metodo educativo in prevalenza trasmissivo, che non approvo e Cattelan lo aveva interpretato benissimo.

A distanza di più di vent’anni ho ripescato dal mio archivio questo scatto perché è sintomatico della scuola oggi al tempo del coronavirus. Non è forse vero che gli studenti sono costretti a stare fermi seduti, quasi inchiodati al banco a causa delle disposizioni restrittive da pandemia? E che dire della Didattica a distanza (DAD) che ha sostituito la Didattica in presenza? È pur vero che come per tutto ci sono lati positivi e negativi. Sicuramente la DAD consente di fare scuola anche in un periodo di isolamento come questo che stiamo vivendo da più di un anno, ma è davvero efficace questo metodo? In situazioni di emergenza probabilmente sì, come recita il detto “meglio di nulla”. Tuttavia sono molte e diversificate le problematiche della DAD e a tal proposito mi pongo delle domande: È efficace l’insegnamento proposto agli alunni collegati in casa online? In una famiglia in cui sono presenti più figli che contemporaneamente partecipano alle lezioni, ciascuno nella propria classe virtuale, che succede? Hanno tutti in casa la possibilità del collegamento internet efficiente? Sorvoliamo sulle piccole, ma non irrilevanti, situazioni in cui per esempio il bambino, alunno virtuale, si presenta davanti alla telecamera in pigiama perché si è alzato da poco, approfittando per dormire un po’ di più visto che non deve recarsi a scuola. Superiamo anche la fastidiosa presenza nel contesto casalingo dei genitori e/o fratelli/sorelle che interagiscono indirettamente passando e parlando nelle vicinanze della telecamera mentre lo studente deve seguire la lezione.

Andiamo oltre e chiediamoci: se parliamo di curriculum esplicito, che tipo di contenuti apprende e quali abilità sviluppa lo studente attraverso lezioni online? E se parliamo del curriculum implicito, anch’esso molto importante nella formazione dell’individuo, non possiamo ignorare che con una lezione condotta tramite schermo, vengono meno i messaggi di prossemica e cinesica del docente, modello ed esempio costante nella lezione in presenza. La più ampia ricerca psico-pedagogica ha dimostrato risultati efficaci nell’insegnamento effettuato con la modalità della lezione in presenza, in cui l’educatore non trasmette solo informazioni verbali, ma comunica anche con la sua postura (prossemica) e con il contatto oculare con gli studenti (cinesica). In sintesi, il docente svolge una duplice azione: insegna i contenuti sviluppando le abilità (curriculum esplicito), e rappresenta un modello interagendo con la classe (curriculum implicito). Ciò si può fare solo con il contatto diretto, quello virtuale non è completo. E per ultimo, ma non meno importante, dove è finito l’obiettivo educativo della socializzazione fra studenti? L’interazione e l’integrazione? Tutto ciò si può ottenere online? Non sarebbero forse ridotti a “monadi” i giovani di oggi, se avessero rapporti fra pari e informazioni culturali solo attraverso uno schermo?

[ Maria Grazia Sessa ]

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