Mia figlia Chiara è stata la numero uno. La prima figlia, la prima nipote, la prima bambina all’interno del gruppo di amici. La seconda, tranne qualche presenza sporadica e poco costante, è stata mia figlia Nina. Tra l’una e l‟altra non ci sono state sorelle o fratelli che hanno messo al mondo nuove testimonianze di umani, né coppie di amici, né cugini lontani. Per questo ho deciso di donarle una sorellina, per trovarle una compagna di giochi degna di essere chiamata tale.
Quando è nata Chiara sembrava quasi che quelli in anticipo, a ventisette anni suonati, fossimo stati noi. Non c’era un conoscente che avesse un figlio o che progettasse di averne uno nel giro di pochi mesi. Non sapevo con chi confrontarmi sulle tematiche della gravidanza o della maternità. E, diciamolo, molte cose che fremi di sapere non le trovi online e se cerchi sui forum delle “mamme pancine” (non chiedetemi cosa siano, perché ad oggi non mi è ancora molto chiaro) trovi tutto il contrario di tutto.
Durante la prima gravidanza, mi sono sentita spesso sola. Non perché lo fossi sul serio, ma perché i miei dubbi non trovavano risposte fra le persone a me vicine. Nessuno mi aveva mai detto come avrei potuto riconoscere il primo calcio di mio figlio, non sapevo cosa fosse una ecografia morfologica, non avevo mai letto che durante il parto avrei perso la mia dignità e fatto la cacca davanti ad una intera equipe di medici, infermieri, operatori sanitari e chi più ne ha più ne metta.
Dopo il parto, insieme con mio marito, ci siamo sentiti ancora più soli. Avevamo accanto un buon numero di amici e familiari pronti a sostenerci e farci visita anche il sabato sera quando la migliore delle ipotesi sembrava essere “C’è posta per te” o “Lo squalo 4”; ma tutti avevano esigenze diverse dalle nostre.
Se uscivamo, dovevamo organizzarci per bene. Con gli orari, le pappe, la borsa fasciatoio, il passeggino/ovetto e tutto il resto. Dovevamo controllare il meteo, per capire se ci fosse troppo vento, troppo freddo, troppo caldo, troppa pioggia. Vero, era solo questione di organizzazione. Ma ce ne voleva tanta.
Adesso che le figlie sono due, l’organizzazione richiesta è raddoppiata. E noi siamo un po’ più allenati. Però le cose intorno a noi sono cambiate. Nel corso degli anni, molti amici si sono sposati, sono andati a convivere, hanno iniziato a pagare le bollette gas e luce di propria tasca e lavare i vestiti con le proprie mani. Adesso qualcuno aspetta anche un figlio a cui le mie bimbe magari faranno da baby sitter. Siamo cresciuti, insomma.
Il fatto che mia figlia sia la bimba numero uno, fa naturalmente di me la mamma numero uno e, dunque, dispensatrice di consigli gratuiti sulla maternità e materie simili.
Spesso sorrido perché le domande sono pressoché le stesse per tutti. Del resto, sono gli stessi dubbi che condividevo anche io. Come faccio a riconoscere le contrazioni preparatorie da quelle preparto. Come fare il massaggio pelvico. Quanti pigiamini 0-1 acquistare e quanti della taglia più grande. Quale crema antismagliature utilizzare. Come prepararsi nell‟organizzazione e nella gestione familiare post parto.
Ma soprattutto, cosa mangiare una volta partorito. Un panino con il salame alle erbe, un assaggio di sushi e sashimi, un‟intera coscia di prosciutto crudo. Del resto, queste sì che sono cose importanti.