Il sindaco di Salemi Domenico Venuti ha inviato ai vertici del Pd e alla stampa una nota in cui annuncia la sua intenzione di lasciare tutti gli incarichi dirigenziali all’interno del partito, scegliendo di dedicare il proprio impegno e il proprio tempo soltanto alla carica di primo cittadino del suo Comune. Una decisione che desta un certo stupore, considerato che Venuti è considerato uno dei punti di riferimento dei democratici in provincia. A seguire il testo della nota che spiega le ragioni della sua scelta:
Ho riflettuto molto sullo stato del Partito Democratico e sulle ragioni del mio impegno che, dalla fondazione nel 2007 in poi, è cresciuto in termini di tempo e ruoli. Non ho mai temuto le sconfitte elettorali e mi sono sempre adoperato, a prescindere dalle percentuali di consenso raggiunte, perché ho trovato nelle idee e nei valori condivisi un ottimo motivo per lavorare con passione anche nei tanti momenti difficili affrontati sia a livello locale che nazionale.
Ma quello che è successo negli ultimi mesi, specie durante e dopo l’assemblea nazionale del sette luglio scorso, ha fatto emergere con prepotenza ciò che è stato, a mio avviso, alla base della sconfitta clamorosa alle elezioni del quattro marzo.
Una sconfitta profondamente politica, più che elettorale, di un gruppo dirigente inadeguato che ha perso via via il contatto con il territorio e con i problemi della gente per ripiegarsi definitivamente su se stesso e sulle faide interne, che purtroppo sono diventate l’unica vera ragione dello stare insieme. Le sconfitte fanno parte della vita ma una battuta d’arresto come quella subita imponeva l’apertura di una riflessione seria e costruttiva per una ripartenza convincente, in grado di recuperare il rapporto con la base del Pd e con la società. Ma al momento nulla si intravede all’orizzonte.
Tutto questo è per me inconcepibile e inaccettabile, a maggior ragione da quando faccio il sindaco e tengo il fronte quotidianamente tra mille difficoltà, affrontandole senza pregiudizi e nell’esclusivo interesse della comunità che amministro.
Questo è per me l’impegno politico e vorrei che tornasse ad esserlo per un partito che non può più pensare di vivacchiare su categorie politiche e culturali del passato, alcune delle quali meritano sicuramente un profondo aggiornamento alle nuove esigenze ed al nuovo sentire della società: un partito certamente non populista ma profondamente popolare.
Non me la sento di continuare a sostenere questo stato di cose, anche se rimarrò attento nel valutare qualunque segnale che indichi una netta inversione di tendenza.
Per questo, senza alcuno spirito polemico, comunico le mie dimissioni irrevocabili da componente della segreteria regionale e conseguentemente da commissario del Pd di Marsala, ruoli che mi erano stati affidati dal segretario regionale, Fausto Raciti, a cui ho già anticipato questa mia decisione e che ringrazio per la fiducia accordatami in questi anni.
Ritengo sia più utile dedicare le mie energie esclusivamente al ruolo di sindaco, almeno finché lo vorrà la comunità che amministro da quattro anni con passione e dedizione.