Si tratta di Giovanni Licari, imputato del reato di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope per avere coltivato tre piante di marijuana. Il giudice monocratico del Tribunale di Marsala, Roberto Riggio, lo ha assolto con la formula piena “perché il fatto non sussiste”. Gli agenti delle forze dell’ordine, all’atto della perquisizione, avevano rinvenuto, oltre alle tre piantine, un bilancino ritenuto utile per la pesatura di stupefacenti. Sarebbe stato elemento questo elemento a rendere la coltivazione offensiva e, secondo l’accusa, a provare la illiceità della condotta dell’imputato.
“Nel corso del processo – ha detto il difensore di fiducia, l’avvocato Antonina Bonafede – questa difesa è riuscita a dimostrare che non era stata
fatta un’analisi chimica della pianta che poteva anche non avere alcun principio drogante. Inoltre su richiesta della difesa è stato aperto in aula il plico contenente “il bilancino di precisione” sequestrato. Ebbene, si è accertato che trattavasi di una bilancia per la pesatura degli alimenti.
In mancanza di elementi che facessero ritenere la coltivazione delle piante destinata allo spaccio, Giovanni Licari è stato assolto. Il mio assistito non deteneva le piantine di cannabis al fine di cederle a terzi e se non fosse stato aperto il plico e accertato che l’oggetto sequestrato era una bilancia pesa alimenti e non un bilancino di precisione, avrebbe potuto essere condannato fino a quattro anni di reclusione”.
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