Dalle presentazioni di libri agli eventi musicali, al teatro: Finestre sul mondo si presenta come uno spazio aperto alla cittadinanza, alle esperienze e alla contaminazioni. In occasione del Natale, abbiamo voluto incontrare il suo promotore Salvatore Inguì per fare un bilancio delle attività svolte.
Inguì, com’è andato il 2025 per Finestre sul mondo?
Le iniziative sono state quasi quotidiane. Abbiamo ospitato musicisti, cantanti, scrittori, In più, cosa di cui vado molto fiero, abbiamo accolto associazioni e compagnie teatrali che non sapevano dove appoggiarsi per le prove dei propri spettacoli. Questo è lo spirito con cui è nata Finestre sul mondo: un luogo d’incontro, di confronto e, in questo caso, di ospitalià. Nulla per noi, ma tutto per tutti.
C’è qualche momento di questo 2025 che ricorda con particolare piacere?
Il festival dedicato alle ingiustizie e ai diritti realizzato durante l’estate al Baluardo Velasco. Una tra giorni, con musica e personalià d vario tipo durante la quale abbiamo ricordato il nostro concittadino Tancredi Tarantino, morto tragicamente qualche anno fa. Un momento bellissimo a cui la cittadinanza ha risposto con una grande partecipazione. Questo ci ha riempito di gioia. In pochi conoscono l’impegno di Tarantino, come attivista e giornalista, nei confronti della tutela dell’ambiente e delle minoranze etniche. In occasione della rassegna, abbiamo svolto un approfondito lavoro di ricerca fra scritti e interviste da cui è nato un libro, poi messo in vendita. Il ricavato è stato devoluto ad associazioni marsalesi che si occupano del sostegno alle minoranze e situazioni di particolare fragilità.
Teatro, musica, poesia: i vostri eventi toccano tanti aspetti: c’è un filo conduttore?
Aprire una finestra su pezzi di mondo. In questo anno, ci siamo concentrati sul tema della pace. Poi c’è il tema della migrazione, una delle nostre colonne portanti. A questo si aggiungono anche gli aspetti della tradizione siciliana. C’è un elemento in comune con tutti i popoli del mondo: il teatro di figura. E’ espressione della resilienza delle minoranze quando vogliono sbeffeggiare il potere ma non possono farlo apertamente.
Voi promuovete l’Opera dei Pupi con diversi spettacoli, anche dedicati alle scuole. Come rispondono i ragazzi davanti a una realtà così diversa da quella in cui vivono?
Abbiamo portato in scena diversi spettacoli: dalle farsette di Nofrio e Virticchio per i più piccoli ai Paladini di Francia, ai Paladini della Pace o quelli dell’antimafia. I ragazzi rimangono stupefatti. I bambini spesso iniziano a dialogare con i Pupi che, a loro volta, non avendo un canovaccio prefissato da seguire, rispondono loro creando una bellissima atmosfera. I ragazzi rimangono affascinati anche dalla bellezza artistica delle marionette e delle scenografie dipinte a mano. C’è tutto un lavoro artigianale che viene colto. Le storie poi sono di grande fascino: amore, duelli, magia, esoterismo. Un mondo fantastico da cui sono vengono attrattti e che seguono con attenzione.
Come si lega Finestre sul mondo alle attività di tipo sociale che lei porta avanti?
Finetre sul mondo è collegata con altre associazioni come Archè, Libera e Amici del Terzo Mondo. Al Centro di Sappusi portiamo avanti attività di tipo sociale che comunque poi si intergrano con quelle culturali. I laboratori di falegnameria e di sartoria, ad esempio, producono le ossature e i vestiti per i Pupi. Abbiamo un laboratorio di serigrafia e la Libera Orchestra Popolare. Nel periodo prenatalizio abbiamo prodotto una storia ecologista con i bambini che fanno i burattini e, da questo, è nato uno spettacolo.
Progetti per il 2026?
Vorremmo attualizzare l’Opera dei Pupi per veicolare messaggi importanti come l’antimafia, la solidarietà sociale e la pace attraverso le storie di Gandhi, Martin Luther King e dei pacifisti italiani.
Un augurio per questo Natale?
Che tutti potessimo tornare bambini per ridere e parlare con i Pupi ma, al tempo stesso, recuperare, come adulti, quei valori che i Pupi veicolavano: la lealtà, il coraggio e la difesa dei deboli.