Il Partito Animalista Italiano torna a puntare il dito contro il Contributo di Solidarietà introdotto dal Decreto Assessoriale n. 1166 del 22 ottobre 2025, attuativo dell’art. 10 della L.R. 15/2022. La misura prevede costi aggiuntivi per l’iscrizione all’anagrafe canina, i passaggi di proprietà e perfino per le cucciolate, andando – secondo il movimento – a colpire solo i proprietari che rispettano la legge, senza alcun effetto deterrente su chi opera nel sommerso. Il decreto, nelle intenzioni del legislatore, dovrebbe alimentare un fondo destinato ai comuni per contrastare il randagismo. Ma il Partito Animalista sostiene l’opposto: la tassa rischia di aumentare il fenomeno, incentivando la mancata registrazione dei cani e gravando economicamente su chi agisce con responsabilità. Tra le criticità evidenziate, anche l’impatto sui veterinari liberi professionisti, obbligati a versare un contributo per ogni operazione registrata: un onere che potrebbe tradursi in un aumento delle tariffe e in una riduzione dell’accesso alle cure veterinarie. Non sono previste nemmeno esenzioni per le adozioni dai rifugi o per le famiglie in difficoltà, penalizzando persino scelte etiche come il recupero di animali abbandonati.
Durissima la posizione del Coordinatore regionale, Patrick Battipaglia: “È assurdo che in Sicilia si pensi di fare cassa sui cani e sulle cucciolate. Questa misura graverà ulteriormente sul randagismo, incentivando il sommerso e scoraggiando le registrazioni. Colpire chi rispetta la legge non è la soluzione: è il problema”. Il Partito Animalista chiede quindi ai deputati regionali più sensibili al tema della tutela animale di intervenire subito per bloccare una tassa giudicata ingiusta, inefficace e dannosa.
La lotta al randagismo – ribadisce il movimento – deve partire dal sostegno ai proprietari responsabili, non dalla loro penalizzazione.