La crisi idrica che sta mettendo in ginocchio la provincia di Trapani diventa un caso politico di primaria grandezza. Le dighe ai minimi storici, i rubinetti a secco e il rimpallo di responsabilità all’interno del Governo regionale accendono lo scontro con le opposizioni, che puntano il dito contro il presidente della Regione Renato Schifani, accusato di non aver saputo gestire una situazione che ormai da settimane compromette la vita dei cittadini e le attività economiche del territorio. La crisi idrica quindi – e forse inevitabilmente – si trasforma così in un caso politico che mette sotto pressione la giunta regionale.
Diga Garcia ridotta a una “pozza” e lo scontro sulle derivazioni idriche
Al centro della polemica, la diga Garcia, oggi quasi svuotata. Il deputato regionale del Partito Democratico, Dario Safina, parla apertamente di “spettacolo indecoroso”, denunciando che, mentre Trapani affrontava il razionamento, parte dell’acqua sarebbe stata dirottata verso terreni agricoli dell’agrigentino. “Non parliamo di fatalità: sono scelte politiche, responsabilità precise, l’ennesima prova di un sistema che non funziona”, afferma Safina che punta il dito contro “l’ennesima emergenza affrontata con superficialità e scarico di responsabilità”.


Safina: “Schifani è il campione dello scaricabarile”
Safina critica duramente la reazione del presidente Schifani, accusato di aver individuato nel dirigente del Consorzio di bonifica, Gigi Tomasino, il responsabile della crisi. Il dirigente è già coinvolto in un’inchiesta della Procura di Palermo su consorzi, sanità e appalti, ma per il deputato dem la mossa del presidente rappresenta solo l’ennesimo tentativo di sottrarsi alle proprie responsabilità. “Ogni volta che in Sicilia esplode un’emergenza idrica, infrastrutturale, amministrativa, sanitaria, Schifani arretra, si smarca, indica un responsabile che non è mai lui – sostiene Safina. Il giudizio politico è netto: “Se un presidente non riesce a garantire nemmeno l’ordinaria amministrazione, come può affrontare le emergenze di una regione complessa come la Sicilia?”. Il deputato arriva quindi a chiedere un passo indietro del governatore: “La Sicilia merita un governo vero, non un presidente che si sottrae a ogni prova dei fatti”.
Ciminnisi (M5S): “Acqua sprecata in mare per lavori mai fatti”
Al coro critico si unisce il Movimento 5 Stelle. La deputata regionale trapanese, Cristina Ciminnisi, denuncia l’assurdità della situazione alla diga Trinità, dove – nonostante l’aumento delle acque dovuto alle recenti piogge – si registra lo sversamento in mare di volumi idrici che non possono essere utilizzati a causa dei mancati lavori di adeguamento. “Un’occasione mancata che si traduce in uno spreco inaccettabile e in un’emergenza idrica senza precedenti”, attacca Ciminnisi, ricordando come nel frattempo la diga Garcia abbia inviato acqua potabile verso le campagne, lasciando i cittadini senza approvvigionamento. Anche lei critica la scelta di Schifani di individuare in Tomasino un capro espiatorio: “L’ennesimo ‘non è colpa mia’. I cittadini non hanno bisogno di alibi: hanno bisogno di acqua nelle loro case, adesso”.
La tensione con i sindaci e la “passerella” annunciata
La deputata pentastellata sottolinea poi il malcontento dei sindaci della provincia di Trapani, oggi riuniti a Palermo per chiedere soluzioni immediate, non senza rimarcare l’assenza del presidente. “Mentre gli amministratori locali cercano risposte, Schifani manda l’assessore Turano a sedare a mezzo stampa le proteste e annuncia una visita nei territori colpiti, forse persino un sorvolo in elicottero – spiega Ciminnisi – Un volo talmente alto da non vedere i cittadini a terra che rimangono senza acqua”. Secondo la deputata M5S, si tratta dell’ennesima ‘fuga dalle proprie colpe’: “Il tempo delle scuse è scaduto”.