La crisi idrica che sta attraversando la Sicilia continua a peggiorare, e nel Trapanese la situazione ha raggiunto un livello di allarme senza precedenti. Tra lavori, riduzioni di portata e infrastrutture ormai al collasso, a pagare sono sempre i cittadini, costretti a convivere con giorni interi senza acqua. In questo contesto, la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Cristina Ciminnisi lancia un duro atto d’accusa contro la gestione regionale dell’emergenza. «La crisi idrica in Sicilia non conosce fine e la situazione odierna della provincia di Trapani certifica il fallimento della sua Cabina di regia» dichiara Ciminnisi, commentando l’ennesimo disservizio provocato dai lavori sulla diga Garcia, dalla quale si approvvigiona metà dei comuni della provincia.

«La situazione è drammatica – prosegue –: la diga Garcia ha raggiunto un limite invalicabile e dal 7 dicembre potrebbe esaurirsi del tutto l’erogazione, senza una soluzione all’orizzonte. Eppure, la Cabina di regia ha speso oltre 100 milioni per i dissalatori, scelta che oggi mostra tutti i limiti, incapace di coprire il fabbisogno. Sono stati prodotti solo provvedimenti tampone, costosissimi e inutili, mentre i rubinetti restano a secco. Si ignorano le vere cause: reti colabrodo, infrastrutture trascurate e un sistema di gestione inefficiente».
La situazione, denuncia la deputata, è ancora più grave nei Comuni ex EAS, già in difficoltà strutturale, ai quali è stato imposto un taglio del 30% della portata idrica. «Migliaia di famiglie sono rimaste senza acqua per giorni. E non ci si venga a parlare di crisi idrica estiva: siamo a metà novembre e manca qualsiasi programmazione delle risorse idriche. E mentre i cittadini restano senz’acqua, in Finanziaria la Giunta ha tentato di recuperare dai Comuni ex EAS le somme riconosciute a Siciliacque per il mancato pagamento dell’acqua del 2024 e 2025. Solo un emendamento delle opposizioni ha bloccato, per ora, questo prelievo forzoso». Il quadro che emerge è, secondo Ciminnisi, «impietoso». «Due anni di gestione fallimentare, centinaia di milioni spesi in soluzioni temporanee e nessun risultato strutturale. Nel frattempo, la Sicilia si asseta e i cittadini del Trapanese continuano a vivere un’emergenza quotidiana. Ma l’acqua, come la credibilità del governo Schifani, è ormai finita».