“Apprendiamo con sconcerto e indignazione l’annuncio della nascita, presso l’aeroporto di Trapani-Birgi, di un nuovo polo di addestramento internazionale per i caccia F-35, gemello di quello già operativo negli Stati Uniti”. Lo affermano chiaramente dal Circolo di Rifondazione Comunista “Enrico Berlinguer” di Marsala. Il timore è quello che ancora una volta il nostro territorio viene trasformato in avamposto di guerra, subordinato agli interessi della NATO e delle multinazionali delle armi come Leonardo e Lockheed Martin. Ma quello che viene spesso messo in evidenza da parte di chi ha interesse è che ci saranno “ricadute economiche per la Sicilia” e “opportunità di sviluppo”. Ma la guerra in Libia ci ha mostrato che al contrario, il territorio della Provincia ha subito grossi danni economici dalla trasformazione dello scalo “Vincenzo Florio” in un avamposto militare.
“Allora si disse che sarebbe stato un evento temporaneo: oggi rischiamo che la presenza militare diventi strutturale e permanente. In un contesto internazionale sempre più pericoloso, l’installazione di nuove infrastrutture militari non garantisce né sicurezza né benessere, ma espone la popolazione a rischi enormi, sottraendo risorse pubbliche che dovrebbero essere destinate a sanità, istruzione, lavoro e riconversione ecologica. La retorica delle ricadute economiche è una beffa: i profitti andranno alle grandi aziende della guerra, mentre al territorio resteranno inquinamento acustico, limitazioni allo scalo civile e militarizzazione permanente. L’aeroporto di Birgi deve essere potenziato per il trasporto passeggeri e turistico, non per addestrare macchine da guerra che devastano popoli e territori” dicono dal Circolo che chiede:
- che venga immediatamente ritirato il progetto del polo di addestramento degli F-35 a Trapani-Birgi;
- che il governo regionale e le istituzioni locali si schierino senza ambiguità in difesa della vocazione civile dello scalo;
- che le risorse pubbliche vengano investite in un piano di sviluppo vero, basato su turismo sostenibile, agricoltura di qualità, ricerca e riconversione energetica.
Per questo Rifondazione propone l’organizzazione di una marcia della pace che abbia come obiettivo simbolico e concreto il raggiungimento dello scalo di Birgi.