Trapani in trincea: è scontro aperto tra Tranchida e Antonini

Carmela Barbara

Trapani in trincea: è scontro aperto tra Tranchida e Antonini

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giovedì 17 Luglio 2025 - 07:03

È un clima teso, surreale, quello che si respira in queste settimane a Trapani. Il sipario si è alzato con fragore sul debutto politico di Valerio Antonini, imprenditore romano e presidente di Trapani Calcio e Trapani Shark, che ha annunciato la nascita del movimento Futuro, il nuovo Rinascimento in una conferenza stampa-fiume durata oltre due ore al Palashark. Un esordio che ha scatenato una raffica di reazioni, repliche, polemiche e accuse incrociate. A prendere la parola, con ben due conferenze stampa consecutive – una istituzionale a Palazzo d’Alì, l’altra nella sede del movimento Trapani Erice che vogliamo – è stato il sindaco Giacomo Tranchida, che ha risposto colpo su colpo all’iniziativa politica dell’imprenditore.

Parla il sindaco di Trapani

Abbiamo affidato il Pala Daidone per ospitare eventi sportivi, non avvenimenti politici. Acqua, luce e altre utenze restano a carico del Comune – ha sottolineato Tranchida – mentre i partiti politici seri pagano affitti, Tari e bollette. Noi siamo in ritardo con i pagamenti, lo ammetto, ma non abbiamo mai scaricato i costi sulla collettività”, ha chiarito il sindaco, lanciando quella che potrebbe apparire come una prima lezione di stile.  Tuttavia, dietro il linguaggio da cerimoniale si cela un confronto acceso, a tratti personale che si consuma sempre più spesso sui social, tra due visioni opposte di città. E Tranchida, con la consueta vena polemica, ha chiamato Antonini “Antonio Valerio” per tutta la durata del primo incontro con la stampa. Non un errore, ma un messaggio. “Antonio” come Antonio d’Alì, figura storica della politica e dell’imprenditoria trapanese e Valerio come Valerio Valenti, possibile candidato sindaco del centrodestra alle prossime amministrative. Secondo il sindaco, il nuovo movimento di Antonini rappresenterebbe proprio quel mondo culturale, sociale e politico. E anche il riferimento – mai esplicito, ma evocato – ad Andrea Bulgarella andrebbe letto in questa chiave. Non semplici nomi, ma segnali. Una “chiamata alle armi” verso una certa parte della città. E Tranchida, a sua volta, lancia il contrappello: mobilitare chi non si riconosce in quella visione.

Tranchida non le manda a dire

La sfida è lanciata: Perché non si candida lui in prima persona?” ha provocato Tranchida, alludendo al fatto che Antonini, secondo alcune voci, ambirebbe a un seggio in Senato piuttosto che alla guida diretta della città. “A Trapani, con 10 mila voti si può diventare sindaco al primo turno. Se davvero vuole cambiare le cose, scenda in campo in prima persona. Io tiferò sempre Trapani perché finalmente c’è un Messia, che dopo 50 anni risolleva la città. Serve un impegno quotidiano”. Una provocazione pesante, condita da sarcasmo e amaro realismo, considerando che Tranchida, giunto al secondo mandato, non potrà ricandidarsi. Si ritroveranno antagonisti alle prossime Politiche, con Tranchida che punta invece ad una poltrona alla Camera dei deputati? Intanto, dietro il botta e risposta tra leader si muovono carte e fascicoli: la Procura ha ricevuto una nuova mole di documenti relativi al progetto della cittadella dello sport nell’area dell’ex aeroporto militare di Milo. Lì, in bilico tra il demanio e il Ministero della Difesa, si gioca una delle partite più delicate della Trapani che verrà. Antonini denuncia ostruzionismo, Tranchida parla di visione distorta e ribadisce con forza il proprio “no” a una nuova base militare alle porte della città. “Vogliamo un interporto, servizi, sviluppo e anche la cittadella dello sport. Se un no c’è da parte nostra è contro un nuovo presidio militare.Non possiamo essere ancora sacrificati sull’altare di interessi che non ci appartengono”.

L’ombra della mozione di sfiducia per il sindaco

E alla grande manifestazione, tra fine settembre e metà ottobre annunciata da Antonini, per protestare contro “l’operato scandaloso” dell’attuale amministrazione, Tranchida rilancia annunciando a sua volta un’altra manifestazione, ma con toni più civici e meno da opposizione: “Non contro qualcuno, ma per dire no a un futuro imposto. Porteremo i giovani non in piazza, ma in autostrada, per rivendicare il diritto di decidere sul destino della nostra terra. Non possiamo accettare che alle porte della città nasca una nuova base militare”. Sullo sfondo, la minaccia sempre più concreta di una mozione di sfiducia. Le opposizioni sarebbero pronte a depositarla già a dicembre. Tranchida non si scompone: “Se vogliono farlo, lo facciano. Ognuno si assuma la responsabilità delle sue azioni”. Parole che trasudano consapevolezza, ma anche il sapore di una battaglia ancora lunga. E mentre il braccio di ferro va avanti, anche le seconde linee si muovono.

Il ruolo dell’assessore Emanuele Barbara

L’assessore Emanuele Barbara, più volte protagonista delle ultime vicende tra l’imprenditore e il sindaco, fuga ogni dubbio sulla sua ‘appartenenza politica’ e con un nuovo video via Facebook, ribadisce la propria fedeltà al sindaco Tranchida e annuncia la nascita imminente di un movimento giovanile a sostegno dell’operato della giunta: ‘La città che vogliamo’. Sono un assessore della giunta guidata dal sindaco Tranchida e continuo ad essere fedele al sindaco Tranchida – ha sottolineato Barbara -. Ci sono state delle situazioni che mi hanno visto coinvolto probabilmente anche ingenuamente vista la mia reiterata passione per la palla spicchi, ma io ho sempre fatto tutto in buona fede. Non accetto che si metta in dubbio la mia correttezza né tantomeno quella del nostro gruppo consiliare che continuerà ad essere a sostegno del sindaco Tranchida. Ed anzi rilanciamo con la fondazione di un movimento politico per la città. Sono stato abituato dal nostro sindaco, soprattutto nei momenti più difficili a non cedere mai alle difficoltà e ad affrontare le questioni di petto, mettendoci la faccia. Quindi dico al presidente Antonini di non diffondere informazioni inesatte e gli chiedo di essere rispettato come rappresentante delle istituzioni. Andremo avanti con il sindaco Tranchida, se ne facciano una ragione i dubbiosi e andremo avanti lavorando per il bene della città. Continuerò ad essere un rappresentante delle istituzioni finché il Sindaco lo vorrà rilanciando dal punto di vista politico con un movimento per il territorio annunciato già tempo fa anche durante la campagna elettorale e che sta per vedere la luce”, ha concluso.

In questi giorni nidificano le tartarughe sulle nostre spiagge, lentamente e senza clamori”, ha chiuso il sindaco con un’immagine quasi poetica. “Così come lentamente stiamo trasformando il volto di questa città”. Ma nella Trapani del 2025, la lentezza della natura contrasta con l’irruenza della politica, e il volto della città sembra sempre più segnato da una spaccatura profonda. E cosa farà ora il centrodestra cittadino? Di certo non potrà rimanere semplice comparsa di uno spettacolo che lo vuole prepotentemente sul palcoscenico tra i protagonisti. Tra rinascimenti annunciati e medioevi evocati, la sensazione è che la stagione dello scontro sia appena cominciata.

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