Marsala, Enologia e gli altri corsi universitari: promesse non mantenute

redazione

Marsala, Enologia e gli altri corsi universitari: promesse non mantenute

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mercoledì 09 Luglio 2025 - 07:56

“Il corso di laurea in Enologia ritornerà a Marsala entro il secondo semestre 2023/2024.” Così recitava la nota congiunta firmata dal sindaco di Marsala, Massimo Grillo, e dal Rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri. Una comunicazione ufficiale, che aveva acceso speranze e aspettative, ma che oggi — a distanza di due anni — si è rivelata una promessa rimasta lettera morta. Almeno fino ad ora. La sede per accogliere nuovamente il corso era già stata individuata: lo storico palazzo in via Frisella, di proprietà dell’Ipab “Antonietta Genna Spanò”. L’accordo prevedeva un comodato d’uso gratuito per 25 anni, a fronte dell’impegno dell’Ateneo di Palermo di investire circa 750 mila euro per l’adeguamento strutturale e le volture necessarie. Un patto chiaro, concreto, che avrebbe potuto rilanciare il legame tra Marsala e una delle sue vocazioni più naturali: l’enologia. “Abbiamo concluso la prima parte amministrativa, ovvero l’interlocuzione con l’Ipab” aveva detto Midiri un anno fa. E il primo lotto doveva essere pronto già tra aprile e maggio 2025. Solo che c’era un dettaglio rilevante: erano necessari per completare il progetto un 2-3 milioni di euro.

Ancora niente all’orizzonte

Ma, a oggi, nulla si è mosso. Il corso di laurea in Enologia, che rappresentava l’unico presidio universitario su un territorio a fortissima vocazione vitivinicola, è sparito dal panorama marsalese. Il motivo? La sede in cui si tenevano le lezioni è stata destinata ad accogliere l’Itet “Garibaldi”, a seguito dell’abbandono forzato della precedente struttura — un ex hotel troppo oneroso per le casse del Libero Consorzio. Una decisione che ha lasciato Marsala senza il suo corso universitario più identitario, senza che si sia riusciti a individuare una sede alternativa, nonostante le tante ipotesi e parole spese.

L’incontro al Teatro Sollima e le promesse

Nel frattempo, in un incontro al Teatro Sollima, lo stesso Rettore Midiri ha parlato di “Università diffusa”, concetto che ha trovato concretezza a Trapani con l’attivazione di una nuova sede universitaria a Palazzo Principe di Napoli. Qui, l’Amministrazione comunale ha agito rapidamente, mostrando volontà politica e capacità di interlocuzione istituzionale. Anche le proposte di attivare altri corsi universitari in città — come quelli legati all’archeologia, vista la presenza dell’Università di Palermo nelle campagne di scavi a Capo Boeo — sono rimaste al palo. Nel frattempo, altrove, le cose si muovono. Per l’anno accademico 2025-2026, l’Università degli Studi di Messina inaugurerà il primo Master di II livello in “Storia, ordinamento e valorizzazione dei Beni Culturali in Sicilia”. Segno che, quando la volontà politica e accademica si incontrano, i risultati arrivano. A Marsala invece resta l’amaro in bocca. Le risorse sono troppo poche? Cosa è mancato? Forse il coraggio, forse la determinazione. Ma il tempo passa, e ogni semestre che scivola via senza novità è un’occasione persa. Per la città, per i giovani, per il territorio.

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