Un’inchiesta scuote l’Asp di Trapani e non poteva essere diversamente: otto medici sono attualmente indagati per gravi ritardi nella consegna dei referti istologici, che avrebbero compromesso la tempestività delle diagnosi tumorali. Oltre 3.300 esami sarebbero stati refertati con mesi di ritardo, e in almeno 352 casi si trattava di tumori notificati solo quando la malattia era già in fase avanzata, limitando drasticamente le possibilità di intervento e cura. Il primo decesso è avvenuto a Marsala, un altro caso è avvenuto ancora prima a Salemi dove un uomo affetto da tumore ha atteso troppo tempo ed è deceduto 10 giorni prima di ricevere il referto, per un infarto. L’indagine, inizialmente avviata dalla Procura di Marsala, è passata a fine marzo alla Procura di Trapani per competenza territoriale, dove ora è seguita dal pm Antonella Trainito, con il supporto dei carabinieri del Nas di Palermo. La prima denuncia fu fatta dalla professoressa mazarese Maria Cristina Gallo, che aveva acceso la miccia dello scandalo che ha scosso il Governo regionale e nazionale.
Gli avvisi di garanzia sono stati notificati a medici operanti nelle Anatomie patologiche degli ospedali di Trapani e Castelvetrano. Le accuse, al momento, includono reati particolarmente gravi: omicidio colposo, lesioni personali colpose (artt. 589 e 590 del Codice Penale) e omessa vigilanza. Già nelle scorse settimane sono arrivati i primi provvedimenti di natura amministrativa. Adesso si guarderà alle Aule giudiziarie.