I poveri, il Papa e il piccione

Gaspare De Blasi

Io la penso così

I poveri, il Papa e il piccione

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venerdì 09 Maggio 2025 - 06:00

Proprio mentre si sta eleggendo il Papa (quando leggerete queste note conosceremo già il nome del nuovo vescovo di Roma) ci è capitata sotto gli occhi una notizia che magari con la Santa Sede non c’entra nulla ma che tuttavia ha come location alcune chiesa. Procediamo, mentre stiamo dando un’occhiata al comignolo di San Pietro dato che scriviamo nella mattinata di giovedì ma oltre al gabbiano non vi è alcun segno, ci arriva questa notizia tutta siciliana, con partenza da Palermo e arrivo a Catania. Disoccupati, persone in povertà assoluta, ex percettori di Reddito di cittadinanza sono stati tempo fa “arruolati” con un bando della Regione Sicilia e stanno lavorando da tre mesi per ristrutturare chiese e parrocchie nel capoluogo etneo. E allora qual è la notizia? Si tratta di gente che non ha mai visto un centesimo: infatti la Regione Sicilia anche poco, non li ha mai pagati. “Parlavano di piccola movimentazione, invece siamo finiti a scavare pietra lavica, un lavoraccio. Sia uomini che donne, alle quali non è stato risparmiato nulla: hanno costruito anche le colonne in cemento armato. Ma la paga non è mai arrivata”, raccontano quelli impiegati alla parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice. Lo stesso hanno riportato altri lavoratori impegnati in chiese del catanese.

Ora a noi vengono in mente due cose, l’inefficienza e l’incapacità di chi governa la Regione Sicilia (vedi anche siccità, sanità e quant’altro), e l’altra invece riguarda il pontefice di Roma da poco venuto a mancare, che ha dedicato buona parte (a cominciare dal nome che si scelse) del suo ministero ai poveri, aiutandoli anche personalmente o invitando i potenti a fare qualcosa per combattere il fenomeno dell’indigenza. Il nuovo pontefice andrà verso questa direzione? Lo farà in continuità con il predecessore Francesco, oppure sceglierà altre strade? Non sappiamo, speriamo. Invece urliamo forte ai politici regionali che non sono stati eletti per intercessione dello Spirito Santo, ma con il nostro voto, di intervenire a favore delle fasce più deboli della società siciliana. Intanto a Catania mentre continuano a lavorare e visto che debbono anche mangiare, gli arrivino i soldi previsti dal bando regionale. Che vuole il governo palermitano che si mangino i gabbiani?

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