Sanità Trapani, la denuncia della Garante dei Disabili: “Sistema al collasso, si muore per burocrazia e incompetenza”

Carmela Barbara

Sanità Trapani, la denuncia della Garante dei Disabili: “Sistema al collasso, si muore per burocrazia e incompetenza”

Condividi su:

sabato 05 Aprile 2025 - 06:45

La sanità trapanese è in ginocchio. Quello che dovrebbe essere un diritto garantito – l’accesso a cure tempestive e dignitose – è diventato un’odissea dolorosa e, in alcuni casi, letale per chi ha bisogno di assistenza medica. La gestione della salute pubblica sembra ormai rispondere più alla logica dei numeri che a quella del benessere dei pazienti, con decisioni guidate dalla riduzione dei costi piuttosto che dalla tutela delle vite umane.” A denunciare con forza questa situazione è Tiziana Barone, Garante della Persona Disabile del Comune di Trapani, che in un intervento senza mezzi termini punta il dito contro il sistema sanitario regionale e locale, evidenziando le gravi carenze organizzative e assistenziali. Secondo la Barone la recente sospensione del direttore generale dell’Asp di Trapani è solo la punta dell’iceberg e sottolinea come il problema sia ben più radicato e strutturale. “Il continuo commissariamento dell’ASP di Trapani non può che peggiorare la situazione, aumentando i disagi per gli operatori sanitari e rendendo impossibile per i cittadini ottenere cure adeguate – afferma la Garante -. Non possiamo più limitarci a puntare il dito su un singolo nome: il vero ostacolo è il sistema stesso, a livello regionale e locale, che impedisce ogni progresso e mantiene la sanità in una condizione di inefficienza cronica”.

Pronto Soccorso nel caos: “Otto ore di attesa per una consulenza, si gioca con la vita delle persone”

Uno dei problemi più gravi, secondo l’avvocato Barone, riguarda il Pronto Soccorso dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani, dove il tempo medio di attesa per una consulenza può arrivare anche a otto ore. “È impensabile che un cittadino, già debilitato da un malessere o da un’emergenza, debba aspettare ore ed ore prima di essere visitato”, denuncia Barone. “E nel frattempo, deve lottare con altri pazienti per ottenere qualcosa che è un suo diritto. Scene indegne di un Paese civile”. Ma non è solo una questione di tempistiche. Il problema si aggrava quando si scopre che nel Pronto Soccorso sono impiegati medici appena laureati, senza l’esperienza necessaria per gestire le emergenze. “Le linee guida nazionali e internazionali sono chiare: nei reparti di emergenza devono esserci medici altamente specializzati, in grado di formulare diagnosi rapide e precise”, spiega la Garante. “E invece, a Trapani, vediamo giovani dottori mandati allo sbaraglio, senza il giusto supporto e senza un’adeguata formazione sul campo”.

Pazienti fragili abbandonati: “Un ragazzo con sindrome di Down lasciato per ore in un corridoio, è inaccettabile”

Barone pone poi l’accento su un altro aspetto gravissimo: la totale mancanza di percorsi sanitari dedicati per i pazienti fragili, come disabili e anziani. “Le persone con disabilità vengono trattate come chiunque altro, senza alcuna attenzione alle loro esigenze specifiche – afferma con indignazione -. Un caso emblematico è quello di un ragazzo con sindrome di Down, costretto a rimanere per ore in un corridoio del Pronto Soccorso in attesa di assistenza. Dopo ore di attesa e di sofferenza, il giovane ha iniziato a urlare e agitarsi, esasperato dalla situazione. Ma invece di ricevere le cure necessarie, è stato mandato a casa senza nemmeno una diagnosi”. Una gestione disumana, che rivela una drammatica impreparazione del personale medico e paramedico nel trattare pazienti con esigenze speciali.

Anziani discriminati: “Oltre i 70 anni si diventa un peso per la sanità”

Ma il problema non riguarda solo i pazienti disabili. Anche gli anziani, secondo la denuncia di Barone, vengono discriminati in base all’età, trattati come “pazienti di serie B”. “Ormai è chiaro che gli ultrasettantenni vengono considerati un costo per il sistema sanitario – accusa la Garante -. Se sei giovane, ti curano. Se sei anziano, le cure diventano un’opzione, non un diritto. È una mentalità aberrante, che porta a decisioni sanitarie pericolose e, a volte, fatali”. Uno degli episodi più tragici che racconta la Barone riguarda un uomo di 72 anni che, in una notte tra sabato e domenica, si è recato al Pronto Soccorso lamentando forti dolori allo stomaco. “Invece di essere visitato subito da un chirurgo, è stato mandato da un cardiologo”, racconta Barone. “Dopo ore di attesa e nessun miglioramento, gli è stata finalmente prescritta una TAC con mezzo di contrasto, ma ben sette ore dopo il suo arrivo in ospedale. Il tempo perso è stato fatale: la diagnosi è arrivata troppo tardi e l’uomo è morto. Questa non è sanità pubblica – incalza Barone -. È un sistema che lascia morire le persone in attesa di un esame”.

Farmaci assenti, pazienti costretti a portarseli da casa: “Dove finiscono i fondi della sanità?”

Ma la lunga lista di criticità non finisce qui. Anche la fornitura di farmaci essenziali negli ospedali è insufficiente. “Ci sono pazienti ricoverati che devono portarsi i medicinali da casa, perché le scorte dell’ospedale sono esaurite – denuncia la Garante -. Ma allora io mi chiedo: dove finiscono i fondi destinati alla sanità? Perché i cittadini devono subire un disservizio simile quando lo Stato e la Regione dovrebbero garantire il minimo indispensabile per la sopravvivenza?”

L’appello finale: “Non possiamo più tacere. Ora vogliamo risposte concrete”

Di fronte a un quadro così drammatico, Tiziana Barone chiede un intervento immediato delle istituzioni, locali e regionali. “Non possiamo più stare zitti – afferma con determinazione -. Questi problemi non sono nuovi, ma oggi hanno raggiunto un livello di emergenza. Ogni giorno che passa c’è un paziente in più che soffre inutilmente o, peggio ancora, perde la vita per colpa di ritardi, disorganizzazione e scelte scellerate. Servono fatti concreti, non parole. Servono assunzioni di personale qualificato, percorsi sanitari dedicati ai pazienti fragili, fornitura costante di farmaci e, soprattutto, assunzione di responsabilità da parte di chi gestisce la sanità”.

Condividi su:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Commenta