Condizioni che vengono definite disumane al Cpr di Milo, il Centro per rifugiati di Trapani dove è in atto lo sciopero della fame. Lo denunciano Mem. Med, Arci “Porco rosso” di Palermo, Maldusa, LasciateCIEntrare, Borderline europe, Alarm phone che fanno parte della Rete siciliana contro il confinamento che raccontano come “le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nei moduli sequestrando i telefoni” già 24 ore fa e secondo loro alcuni cellulari si sono anche rotti. Dal video fatto circolare dagli attivisti, le scene sono drammatiche, pare che un ragazzo, un migrante, cerca di togliersi la vita impiccandosi mentre gli altri, che vivono la sua stessa condizioni, cercano di salvarlo battendo sulle reti che circondano i moduli per allertare le guardie. Tra i soggetti al Cpr pare che non ci siano solo i socialmente pericolosi ma anche chi parte dal proprio paese di origine senza un permesso di soggiorno, basta anche solo avere un cavillo burocratico. Chi sperava insomma di trovare una vita migliore in Italia, ha trovato il suo inferno personale. Molti sono arrivati al centro che erano minori e vogliono uscire da lì. “Ogni volta che perdo il lavoro o che c’è un ritardo nel rinnovo divento irregolare” afferma uno dei ‘reclusi’. La situazione adesso sta diventando insostenibile e il Governo regionale e nazionale non può restare a guardare.
Questo è quello che raccontano dall’interno: “Nei moduli, il letto, il tavolo, le sedute, le panche sono di cemento e non c’è nulla per passare il tempo, nè un figlio per scrivere, né un pallone, né un libro, a ognuno viene consegnato un rotolo di carta igienica ogni 15 giorni, per lo shampoo bisogna aspettare un mese, detersivi, scope, palette per tenere puliti gli ambienti non vengono consegnati mai. Entrano farmaci, alcuni sono calmanti. Le scorse settimane face scalpore la notizia di uno dei migranti del Cpr di Milo che ha tentato più volte di togliersi la vita.