“Alla guerra dei dazi di Donald J. Trump noi rispondiamo con il MAKO”. Con questo post su Facebook, l’assessore con delega all’Agricoltura di Mazara del Vallo, Gianfranco Casale, presenta la nuova iniziativa. È stato infatti pubblicato l’avviso per la concessione di 42 spazi espositivi per il MAKO, il Mercato Agroalimentare a Km 0 di Mazara del Vallo, che si terrà ogni ultima domenica del mese a Borgata Costiera. Le aziende agricole interessate potranno presentare domanda entro il 9 aprile 2025. L’iniziativa, promossa dall’amministrazione comunale, mira a valorizzare le produzioni locali, offrendo agli agricoltori un’opportunità per vendere direttamente i propri prodotti. “Questo mercato – ci spiega Casale – deve avere due scopi, visibilità alle aziende agricole del territorio mazarese, negli anni un po’ eclissate dalla pesca, e creare a Costiera un evento ricorrente che avesse come scopo ultimo quello di andare a valorizzare la Borgata. Un appuntamento mensile che avesse anche l’impronta tipica di una borgata che ha una sua vocazione agricola, essendo il punto di riferimento della campagna mazarese”.
Possono presentare domanda gli imprenditori agricoli, singoli o associati, che siano titolari di un’azienda agricola con Partita Iva e iscrizione al Registro delle Imprese, che abbiano la sede all’interno del Libero Consorzio dei Comuni della Provincia o in un raggio di 70 km dal luogo di svolgimento, che commercializzino prodotti agricoli provenienti soprattutto dalla propria azienda o da aziende di soci imprenditori agricole e che rispettino le norme igienico-sanitarie vigenti. “Se entro il 9 aprile avremo un numero congruo di adesioni da parte di agricoltori di Mazara e comuni limitrofi che ci credono, presumo che il 27 aprile saremo pronti a partire”. Fondamentale accorciare la filiera: “Per comprare i pomodori a 1€/kg al banco frutta, non ci stiamo interrogando su quanto in realtà l’agricoltore sta percependo di quell’euro. Se noi accorciamo la filiera e diamo agli agricoltori la possibilità di poter vendere direttamente i propri prodotti, il consumatore probabilmente avrà un prezzo minore, una qualità garantita”.
“Nel regolamento – aggiunge Casale – stiamo mettendo in risalto i marchi di qualità, le imprese sociali, che dichiaratamente utilizzano lavoratori fragili, migranti, disabili, diamo al consumatore la possibilità di poter attingere a un mercato un po’ più etico e garantito. Un fattore importantissimo per educare la nostra cittadinanza. Il regolamento viene fuori un po’ da una mia proposta discussa informalmente con una rete di agricoltori, ma anche con la Commissione Agricoltura del Consiglio comunale. Adesso siamo nella fase operativa”. Un lavoro che però non si esaurirà con l’istituzione del MAKO: “Uno dei prossimi passaggi che faremo e che anticipo sarà la nomina della Commissione per la denominazione comunale di origine, un altro marchio che garantisce le produzioni locali. A noi serve uscire fuori da questo schematismo. Internet deve essere un’alternativa ai prodotti del territorio”.
Non è mancato qualche battibecco con l’opposizione: “A giugno convocai con un avviso a mezzo stampa gli agricoltori, qualcuno che era presente alla riunione e che faceva parte di altri schieramenti disse ‘ci state rubando l’idea’. In realtà tutto fa parte del decimo punto del programma elettorale. In altri programmi, a parte qualche trafiletto non ricordo un’idea così articolata”. E anche su questo, l’assessore Casale tiene a precisare: “Un regolamento sul mercato agroalimentare, anche se con diverse finalità, era stato presentato e poi ritirato in Consiglio comunale per un difetto di forma. Poi non ci vuole il genio della lampada per dire che a Mazara manca il mercato agroalimentare. Marsala, Castelvetrano e Campobello hanno il loro mercato, noi arriviamo tardi, ma la bellezza della nostra idea è che è originale, diversa da tutti gli altri Comuni. E anzi conto che possa diventare anche un caso studio”. Tornando al punto da cui abbiamo cominciato e cioè da Donald Trump e la guerra dei dazi, alla fine l’assessore precisa: “Era un po’ una battuta. Chi mi conosce sa che sono una persona molto ironica e lavoro molto su questi giochi di parole. Chiaramente ci troviamo in una situazione paradossale: ci troviamo nel mondo globalizzato, gli USA dovrebbero essere i più aperti alla globalità e invece impongono i dazi alle produzioni europee. Chiaramente il MAKO non può essere una risposta ai dazi, ma può aiutarci in un esercizio importante, essere consumatori più attenti e soprattutto critici – conclude Casale – anche rispetto alle politiche della grande distribuzione”.