Ventidue norme inserite nel ddl Collegato alla Finanziaria 2025, approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana, sono finite sotto la lente d’ingrandimento del ministero dell’Economia e Finanze. Gli uffici di via XX Settembre hanno scritto alla Regione Siciliana per illustrare i loro dubbi sulle norme, che prevedono un lungo elenco di contributi a enti, fondazioni, scuole e parrocchie.
Secondo il Mef, nei casi contestati, non sono stati esplicitati “i criteri utilizzati per la scelta dei beneficiari degli interventi finanziati” e così si potrebbe ipotizzare una violazione dell’articolo 3 della Costituzione, che salvaguarda il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Per questo il Mef ha “rinviato” al dipartimento per gli Affari regionali la valutazione sulla sussistenza dei presupposti per proporre l’impugnativa dei 22 articoli dinanzi alla Corte costituzionale.
I COMMENTI DELLE OPPOSIZIONI
“Il tema, sollevato dal Mef e su cui anche il Pd si era espresso, è la discrezionalità con cui sono stati erogati i fondi. Proprio per tenere lontana la discrezionalità quando eravamo al governo avevamo abolito la tabella H”, commenta il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo.
“Vedremo quali effetti concreti avrà l’iniziativa del MEF ma- prosegue – quello che è certo è l’ennesimo richiamo ad una modalità inaccettabile di finanziamento. Modalità che sta in capo al governo regionale e alla maggioranza di centrodestra. Adesso – aggiunge – è necessario che gli uffici della Regione studino attentamente le carte, in particolare i numeri relativi alle somme già erogate entro il 31 dicembre scorso per avere un quadro chiaro sugli eventuali debiti fuori bilancio su cui l’Ars potrebbe essere chiamata – conclude – a prevedere una manovra correttiva”.
“Una notizia che non fa altro che dimostrare che avevo ragione – afferma il deputato regionale di Controcorrente, Ismaele La Vardera -. Ho deciso di non partecipare alla spartizione dei pani e dei pesci nell’ultima finanziaria. Finanziarie che nella storia hanno anche visto un deputato regionale dare dei soldi all’associazione che faceva riferimento a sua madre. Questo mi ha portato a dire di “no” e a rinunciare la quota di 1 milione di euro. Questo sistema va cambiato e il fatto che il Mef ha congelato ben 50 milioni dovrebbe far riflettere tutti i miei colleghi. Una prassi che non è normale e che vede tutti i deputati coinvolti, dalla maggioranza all’opposizione: spero che il ministero impugni queste mancette, attivando anche la procura se è il caso”.