Un uragano si sta pericolosamente formando nel cuore dell’Oceano Atlantico ed è pronto a dirigersi verso l’Europa. Il suo nome è Kirk e sono da poco arrivati aggiornamenti sulla traiettoria che prenderà. In queste ultime ore Kirk sta rapidamente passando da categoria 1 (la più bassa) a categoria 3, traendo energia dalle acque oceaniche, ancora fin troppo calde per il periodo, tanto che i principali Centri di Calcolo prevedono che possa arrivare fino a categoria 4. Nel suo lento incedere verso nord-est esso sfiorerà le isole Azzorre e inizierà a scorrere su acque via via più fredde. La struttura ciclonica perderà quindi di energia diventando una tempesta extratropicale.
I valori di pressione all’interno dell’ormai ex uragano diminuiranno sensibilmente nelle prossime ore e i venti diventeranno via via più forti: si prevede che i settori occidentali europei e le Isole Britanniche vengano spazzate da fortissime raffiche di vento e da mareggiate intense.
Gli effetti della tempesta non si limiteranno a questo: è ormai dato accertato che queste “trottole impazzite”, per usare un lessico meno tecnicistico, possono provocare delle vere e proprie alterazioni nella corrente a getto, influenzando così anche le previsioni meteorologiche. La corrente a getto è un vero e proprio fiume d’aria che scorre a quote elevate, una sorta di “autostrada” dell’atmosfera ed è alla base degli spostamenti delle varie masse d’aria che governano il tempo. Rispetto ad altri continenti l’Europa non ha mai sperimentato l’impatto diretto di uragani, anche se nel 2017 e nel 2019 Ophelia e Lorenzo sono riusciti a spingersi molto vicino alla terraferma, flagellando le coste di Regno Unito e Irlanda.
L’Italia è vicina ma non troppo. Potrebbe non essere sfiorata dall’uragano, ma bisogna capire anche la successiva traiettoria di Kirk.