Gli ultimi dati forniti da un dossier del Viminale, fa sapere che in Italia a fronte di 18.894 detenuti stranieri, sono stati commessi 36.537 reati; la categoria più ricorrente, per gli immigrati, è quella dei reati contro il patrimonio (9.635, il 28,2% del totale totale rispetto al 71,8% di italiani), seguita dai reati contro la persona (8.130, il 31% del totale rispetto al 69% di italiani) e dai reati per violazione del testo unico sugli stupefacenti (5.988, il 29% del totale, rispetto al 71% di italiani). L’unica categoria di reati per cui la presenza di stranieri è maggiore di quella degli italiani è quella legata alle violazioni del Testo Unico Immigrazione, in cui la percentuale di reati a carico di stranieri detenuti è del 92%.
Diverse modifiche sono state introdotte, su iniziativa dell’Esecutivo, al sistema di accoglienza dei migranti sul territorio italiano disciplinato dal decreto legislativo n. 142/2015, adottato in attuazione delle direttive europee 2013/32/UE e 2013/33/UE. Soprattutto con i cambi di Governo. Sul nostro territorio diversi sono i progetti SAI volti a garantire protezione internazionale a chi arriva dalle coste africane; diverso è il caso dei fogli di rimpatrio per accesso irregolare in territorio italiano.
Fa discutere, nelle ultime settimane, la richiesta di una parte del mondo politico, con il sindaco di Marsala in testa, di chiedere il rimpatrio dei nordafricani che minacciano la pubblica sicurezza. Ciò dopo le numerose risse in escalation che si sono verificate in Città negli anni, sia in centro che in periferia, non solo accoltellamenti tra giovani stranieri ma anche di rapine ai danni di ragazzi del posto, come è accaduto qualche settimana fa ad una ragazza sul Lungomare lilybetano. Ogni giorno genitori lamentano di figli in pericolo e minacciati da qualche nordafricano molto molesto. Il problema sicurezza in Città, per il vero, risale a ben prima della pandemia. La questura decise di far smantellare parte di quei giardini voluti da Giulia Adamo a Porta Nuova (e poi tolti definitivamente dalla successiva Amministrazione Di Girolamo) per un motivo: creare maggiore visibilità in una zona ad alto rischio. Era il periodo di baby gang, per la verità tutti marsalesi, e di accoltellamenti per le vie che attraversano la città. Ricordiamo la morte, il 7 ottobre del 20221, di Luigi Loria, 27enne ucciso in via Curatolo. Da allora però, di passi avanti se ne sono fatti pochi ed oggi è pronta una serpentina mobilitazione di chi vuole scendere in campo – nel mondo della politica, dell’associazionismo e delle professioni – per chiedere un intervento istituzionale massiccio.