“E’ una notizia che sconvolge tutti noi. L’uomo, un Sovrintendente del Corpo di polizia penitenziaria che lavorava presso la Casa di reclusione di Favignana, è stato trovato senza vita, impiccato in un bosco. Si disconoscono le motivazioni del gesto estremo al momento”, dichiara, scosso e amareggiato, Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che ricorda come quello dei poliziotti penitenziari suicidi è un dramma che va avanti da troppo tempo senza segnali concreti di attenzione da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
“L’uomo da circa cinque anni prestava servizio presso l’Ufficio matricola e da circa un mese era in malattia. Si trovava presso la casa di villeggiatura in Favignana, nei cui presso c’è un bosco in cui è stato trovato impiccato ad un albero. Una tragedia”. Il leader del SAPPE, premesso che allo stato sono in corso accertamenti sulle ragioni del tragico gesto, rileva che “i poliziotti penitenziari sono lasciati abbandonati a loro stessi, mentre invece avrebbe bisogno evidentemente di uno strumento di aiuto e di sostegno. Servono soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del Personale di Polizia Penitenziaria. Come anche hanno evidenziato autorevoli esperti del settore, è necessario strutturare quanto prima un’apposita direzione medica della Polizia Penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’Amministrazione Penitenziaria”, conclude Capece. “Qui servono azioni concrete sui temi dello stress psico-fisico degli appartenenti al Corpo, che non possono ridursi a mere linee guida diramate con lettere ministeriali!”.